Oggi davanti alla Commissione ecomafie i procuratori della Repubblica di Agrigento Luigi Patronaggio e quello di Trapani Maurizio Agnello, nell’ambito dell’inchiesta sulla depurazione delle acque reflue in Sicilia.
Patronaggio ha riferito in merito alle indagini in via di conclusione su Girgenti Acque, società che aveva in gestione il ciclo idrico integrato dell’Ato di Agrigento e al momento commissariata a seguito di un’interdittiva antimafia del 2018. Ha inoltre riferito che sono stati posti sotto sequestro con facoltà d’uso 12 depuratori, al momento amministrati dai commissari prefettizi: “Vi e’ un report del Noe dei carabinieri di Palermo che per ogni impianto gestito da Girgenti Acque segnala le disfunzioni rilevate che vanno dal superamento dei limiti tabellari a malfunzionamenti degli stessi impianti. Ci sono anche criticità nella produzione e smaltimento dei fanghi. Va rilevato che con la gestione di Girgenti Acque venivano prodotti pochi fanghi, aumentati con le gestioni commissariali” che sono partite dal 2018″.
Patronaggio ha poi fornito informazioni in merito alle attività di indagine della procura di Agrigento sul depuratore di Lampedusa, anch’esse in via di conclusione: “A Lampedusa la situazione è particolarmente grave perché il depuratore sversa direttamente in mare senza un trattamento valido a soli 200 metri dalla Porta d’Europa, nell’area naturale protetta delle Pelagie. L’adeguamento dei lavori del vecchio impianto si è protratto per diverso tempo nell’incuria più totale del Comune e della stessa Regione, creando un danno ambientale non indifferente per l’ecosistema dell’area naturale delle Pelagie. In questo procedimento sono indagati, continua Patronaggio, a vario titolo, funzionari regionali, i sindaci che si sono succeduti nel tempo e i responsabili dell’ufficio tecnico, nonché i direttori dei lavori delle imprese che si erano aggiudicati i lavori. Per questo procedimento siamo pronti alla conclusione indagini preliminari e in procinto di avviarci verso un giudizio”.
Le indagini riguarderebbero le omissioni collegate al passaggio tra la dismissione del vecchio impianto di depurazione e l’entrata in funzione del nuovo che non sarebbe entrato ancora a regime.
Sono in corso accertamenti anche sull’eventuale sversamento di acque di sentina e reflue da parte delle navi quarantena, su cui sono collocati i migranti, al largo delle coste dell’Agrigentino, in particolare Porto Empedocle. “C’e’ una indagine – ha spiegato – della Capitaneria di porto. Queste acque a una certa distanza dalla costa non possono essere sversate in mare. Stiamo facendo degli accertamenti in tal senso”.
“Il mio ufficio è particolarmente attento alla questione ambientale. Non altrettanto bene posso parlare dei controlli dell’Arpa, non sempre sono stati all’altezza e tempestivi. Anche se con un po’ di solleciti riusciamo a portare a casa il risultato”- ha detto ancora il procuratore Luigi Patronaggio.
Per quanto riguarda il problema dello smaltimento delle imbarcazioni di migranti giunte a Lampedusa di competenza dell’Agenzia delle dogane, una soluzione potrebbe arrivare dal ddl approvato dal Parlamento per lo smaltimento delle imbarcazioni affidandole anche a soggetti privati, dice Patronaggio. “Le barche affondante o arenate di fronte il porto hanno bisogno di un intervento massiccio perche’ occorre dragare il porto questo crea un problema di pesca e turismo. E’ un problema che va affrontato nelle diverse sedi per individuare un ente attuatore“.