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Le elezioni Amministrative, appena concluse, e le Regionali dell’autunno 2022. L’intervento dell’assessore Ruggero Razza, del movimento “Diventerà Bellissima”.

L’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, sveste una volta tanto i panni sanitari, tra pandemia, vaccini, ospedali, zone e restrizioni, e si concede una disamina politica, con legittimo diritto essendo lui un esponente innanzitutto politico, militante in “Diventerà Bellissima”, lo stesso movimento fondato e capitanato dal presidente della Regione, Nello Musumeci.

E a fronte dei commenti trionfali dell’opposizione in riferimento agli esiti delle elezioni Amministrative, Ruggero Razza replica: “Ci vuole molto coraggio a dire che l’opposizione abbia trionfato alle elezioni. E’ smentito dai numeri che vedono quasi ovunque le liste di riferimento dell’area del centrodestra del governo regionale superare o lambire il 60%. Poi, come talvolta accade, noi ci mettiamo del nostro: qualche divisione per antipatie locali o, peggio, qualche candidato scelto all’ultimo momento. Ma i numeri sono numeri, anche se la sinistra gioca a interpretarli a proprio favore, piuttosto che a sommare le cifre. Inoltre, me lo lasci dire: ogni elezione fa storia a sè e nei territori emerge sempre una specificità legata a situazioni molto locali”.

Poi l’assessore alla Salute interviene sullo stato di salute del suo movimento, e rilancia: “Abbiamo eletto sindaci e decine di consiglieri. ‘Diventerà Bellissima’ ha superato il 10 per cento in grandi centri come a Favara, Pachino e Vittoria. E superare lo sbarramento persino a Lentini ci ha consentito di sfatare il mito che Siracusa per noi sia una provincia difficile. Questi risultati arrivano a pochi mesi da quelli analoghi di Barcellona, Milazzo e Ribera. Anche in questo turno abbiamo i consiglieri più votati in tanti di Comuni dell’Isola. Chi pensava che il nostro fosse un movimento che esiste solo per le regionali è rimasto smentito dai fatti. Oggi siamo una forza politica con decine di sindaci e centinaia di consiglieri comunali. Quindi una risorsa per la buona politica”.

E poi, in riferimento alle scosse di assestamento politico che si susseguiranno lungo il percorso verso le elezioni Regionali dell’autunno del 2022, l’assessore Razza boccia l’intenzione di Forza Italia di importare in Sicilia il “modello Draghi”, ovvero un’ampia alleanza politica, amministrativa e trasversale alle due coalizioni tagliando da una parte e dall’altra gli estremi. E riflette: “Sono convinto che Forza Italia voglia essere federatore del centrodestra, che condivida la compattezza della coalizione, che la smetta di evocare un impossibile ‘modello Draghi’ in Sicilia, con un certo ostracismo verso ‘Fratelli d’Italia’. Perché ‘modello Draghi” questo vuol dire: fuori la Destra dalla coalizione. In Sicilia abbiamo, invece, il dovere di stare tutti assieme ed accanto ai tre principali partiti nazionali. Ogni tanto si dimentica che esiste con l’Udc una componente centrista di grande tradizione, ed esistono le specificità autonomiste, civiche e di ispirazione popolare”.

E poi, in conclusione, nel merito della ricandidatura di Nello Musumeci, tra favorevoli e contrari, Razza ribatte: “Che alcuni siano, non da alcuni mesi ma da prima del 2017, contrari a un modello di governo che privilegia l’amministrazione mi era ed è molto chiaro. Ed era ed è chiaro ai siciliani. Ma i matrimoni, notoriamente, si fanno per amore o per interesse. Quello del 2017 con Musumeci per qualcuno fu d’amore, per qualcun’altro fu l’occasione migliore per vincere insieme. Non mi scandalizzo. Oggi c’è un governo in cui tutte le forze politiche della coalizione sono rappresentate, e che sta a giudizio di tutti lavorando con impegno, tenuto conto delle difficoltà di governare una Regione così complessa e depauperata di risorse umane di valore. La partita della ricandidatura non è mai stata politica, ma è una partita tra buonsenso e rancore. Alla fine penso che prevarrà il buonsenso, perché non si improvvisa a pochi mesi dalle elezioni, magari per ripicca e mentre si consolida un accordo tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle che, in Sicilia, non è proprio una novità, ma può valere il 40% e, quindi, impone unità”.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

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