“Halycon” e “Assedio” in Cassazione

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Terzo grado di giudizio al processo frutto delle operazioni “Halycon” e “Assedio” tra Licata e Campobello di Licata: annullamenti di condanne, rinvii e conferme. I dettagli.

La Cassazione ha emesso sentenza nell’ambito delle inchieste antimafia, su rapporti con la politica, l’imprenditoria e la massoneria deviata, tra Licata e Campobello di Licata, cosiddette “Halycon” e “Assedio”. Sono state annullate con rinvio le condanne a 8 anni di reclusione ciascuno inflitte a Lucio Lutri, 62 anni, funzionario del dipartimento regionale all’Energia ed ex gran maestro della loggia massonica “Pensiero e azione”, imputato di concorso esterno in associazione mafiosa perché avrebbe acquisito e veicolato agli appartenenti alla famiglia mafiosa informazioni riservate su indagini a loro carico, e al farmacista Angelo Lauria, 47 anni, nipote del boss Giovanni Lauria, presunto componente della famiglia mafiosa di Licata. Entrambi sono stati scarcerati dalla Corte d’Appello per scadenza dei termini. Annullate, altrettanto con rinvio, le condanne per mafia a 9 anni a carico di Raimondo Semprevivo, 49 anni, imprenditore edile, ex genero e presunto braccio destro del boss Angelo Occhipinti, solo per la quantificazione della pena, e a 8 anni a carico di Giuseppe Puleri, 42 anni, imprenditore, presunto affiliato alla famiglia mafiosa di Campobello di Licata, per valutare l’applicazione delle attenuanti generiche. Sono state confermate e quindi rese definitive le condanne inflitte al capomafia di Licata, Angelo Occhipinti, 67 anni, (20 anni e 4 mesi in continuazione con una precedente condanna), Angelo Graci, 34 anni, (2 anni e sei mesi per favoreggiamento), Giovanni Mugnos, 56 anni, bracciante agricolo, presunto ‘alter ego’ del boss Giovanni Lauria, (8 anni e 10 mesi), Giacomo Casa, 66 anni, pastore, (8 anni per mafia), Marco Massaro, 37 anni, elettrauto, (2 anni e 4 mesi per favoreggiamento perchè avrebbe rivelato a Mugnos la presenza di microspie all’interno della sua auto), e Vito Lauria, 51 anni, tecnico informatico, figlio del boss Giovanni (8 anni per mafia). Confermato il risarcimento dei danni a favore delle parti civili Centro Studi Pio La Torre e Sicindustria.

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