Il presidente della Regione, Renato Schifani, sulla siccità assimila la Sicilia agli Emirati Arabi: “Non piove mai, ma loro sono circondati dai dissalatori. E’ l’unica arma contro la sete”. L’intervento.
Il presidente della Regione, Renato Schifani, è determinato: contro la siccità, gli invasi stabilmente a secco, e la conseguente crisi idrica sono necessari interventi strutturali di rilievo, i dissalatori e i potabilizzatori. Altro non serve, è palliativo, a parte la ricostruzione delle reti idriche colabrodo, con dispersione idrica di oltre il 50%. Sui dissalatori, di cui adesso si occupa il commissario nazionale sull’acqua che, ironia della sorte, è Nicola Dell’Acqua, è stata promessa la riattivazione di Porto Empedocle, Gela e Trapani entro giugno 2025. Per la rete idrica di Agrigento, Schifani ha promesso l’avvio dei lavori entro il dicembre 2024 e ha anticipato 10 milioni di euro. E dunque, lo stesso Schifani ribadisce: “Ormai con la desertificazione e con le mutazioni climatiche dobbiamo cominciare a guardare, specialmente noi che siamo un’isola, al tema del riutilizzo delle acque del mare. Lo hanno fatto paesi come Dubai e gli Emirati Arabi, vivono di questo perché lì non piove mai. Penso che la Sicilia debba cominciare a guardare con coraggio, ma con convinzione, alla soluzione del problema attraverso l’utilizzo dell’acqua del mare, la desalinizzazione e grossi impianti di potabilizzazione. Questo è lo scenario al quale io guardo e penso sia uno scenario obbligatorio. Dobbiamo fare in modo che queste misure facciano parte di un intervento strutturale, non buttare soldi a pioggia ma fare in modo che sia l’inizio di un percorso di ristrutturazione della rete idrica di Agrigento, di quella di Caltanissetta, di sistemazione di alcune realtà inserite in un progetto più ampio”.