Ancora interrogatori e ancora accertamenti della Direzione distrettuale antimafia di Palermo – segnatamente il pubblico ministero Geri Ferrara – nell’ambito della maxi-inchiesta che sta tentando di fare luce sulla lunga scia di sangue che ha lastricato i territori di Favara e Liegi con ripetuti omicidi ed agguati.
Poi è stata la volta di Francesco Di Benedetto ventottenne favarese, assistito dal suo legale di fiducia, avvocato Salvatore Pennica.
Il giovane è indagato nell’inchiesta per il tentato omicidio ai danni del favarese Carmelo Nicotra, 36 anni, avvenuto il 23 maggio del 2017, in via Torino, a Favara. Inchiesta che comprende anche l’omicidio di Carmelo Ciffa, 42 anni, di Porto Empedocle, operatore socialmente utile, assassinato il 26 ottobre del 2016 davanti un supermercato in corso Vittorio Veneto, a Favara.
Di Benedetto è finito insieme a Michelangelo Bellavia, 30 anni, nella vicenda riguardante il mancato omicidio Nicotra e con i due sono indagati anche i favaresi Gerlando Russotto, 28 anni; Calogero Bellavia, 27 anni, Antonio Bellavia, 47 anni; Carmelo Vardaro, 39 anni e Calogero Ferraro, 39 anni, fratello di un altro indagato uscito tragicamente dall’inchiesta perché assassinato, ovverosia Emanuele Ferraro.
Michelangelo Bellavia e Francesco Di Benedetto sono legati ad un altro favarese, forse il personaggio di maggior peso del sodalizio, ossia Calogero Bellavia, già arrestato e condannato, tra l’altro, per aver favorito la latitanza del boss Gerlandino Messina, perché il primo è il fidanzato della sorella di Calogero Bellavia mentre il secondo è suo dipendente nella ditta di vendita al dettaglio di bibite e bevande in genere.
Oggi doveva essere interrogato anche la mancata vittima dell’agguato, quel Carmelo Nicotra accusato di favoreggiamento aggravato da mafia perché non ha voluto rivelare l’identità dei suoi mancati assassini. Un impedimento del suo difensore di fiducia, l’avv. Salvatore Cusumano ha fatto slittare ad altra data l’interrogatorio.