La Procura di Agrigento ha notificato ad una ottantina di indagati un altro avviso di proroga delle indagini per sei mesi nell’ambito dell’inchiesta “Girgenti Acque”.
La Procura della Repubblica di Agrigento ha notificato ad una ottantina di indagati un ulteriore avviso di proroga delle indagini sul presunto sistema “Girgenti Acque”. Si tratta dell’inchiesta “assumificio”, dal termine che l’ex procuratore aggiunto di Agrigento, Ignazio Fonzo, adesso in servizio a Catania, utilizzò a proposito di Girgenti Acque quando, il 12 marzo del 2015, insieme alla collega sostituto Antonella Pandolfi, fu ascoltato dalla “Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati”. E le parole di Ignazio Fonzo, testualmente, sono state: “Mi perdonerete se dico quello che sto per dire, senza alcun intento polemico. Mi sento di dirlo. Poi, se lo vogliamo segretare, lo segretiamo. È chiaro che questo tipo di società diventa anche un assumificio. Non c’è bisogno che vi spieghi perché diventi un assumificio. Lo capite molto meglio di me, ovviamente”. Fu Ignazio Fonzo, insieme al collega sostituto Luca Sciarretta, ad intraprendere le indagini, che inizialmente si avvalsero delle dichiarazioni del già aspirante collaboratore della giustizia, poi rivelatosi presunto calunniatore, Giuseppe Tuzzolino. In tale ambito emersero delle sospette contiguità mafiose, tanto che nel settembre 2013 l’indagine fu trasferita, per competenza di materia, da Agrigento a Palermo, alla Direzione distrettuale antimafia, sul tavolo del procuratore aggiunto Maurizio Scalia e dei sostituti Geri Ferrara e Rita Fulantelli, che hanno interrogato numerosi esponenti politici, e non solo. Poi, i presunti profili mafiosi a contorno dei sospetti non sono stati riscontrati, e quindi, nel maggio del 2017, la stessa indagine è rientrata da Palermo alla Procura della Repubblica di Agrigento, nelle mani dei sostituti procuratori Andrea Maggioni e Matteo Delpini, coordinati dal procuratore Luigi Patronaggio, nel frattempo subentrato alla gestione Di Natale e Fonzo. Ordunque, scaduto il termine delle indagini, gli inquirenti hanno ritenuto opportuno concedersi ancora, di volta in volta, sei mesi di tempo per svolgere altri accertamenti istruttori. Pertanto adesso è stato notificato un altro avviso di proroga delle indagini agli indagati, a vario titolo, di associazione a delinquere, corruzione, truffa, riciclaggio e false comunicazioni sociali. Nell’elenco delle persone sottoposte ad indagini vi sono diversi e conosciuti esponenti delle istituzioni, della politica e delle professioni, presunti ruotanti intorno al presunto “sistema Girgenti Acque” tra assunzioni e benefici di vario genere. Nelle more di tutto ciò il prefetto di Agrigento, Dario Caputo, ha notificato una certificazione antimafia interdittiva alla società Girgenti Acque, titolare del contratto di gestione del servizio idrico e fognario in 27 Comuni della provincia di Agrigento compreso il capoluogo. E il Tar, su ricorso di Girgenti Acque, non ha sospeso il provvedimento in attesa del giudizio di merito. Marco Campione si è dimesso da presidente della società, che è stata commissariata dal prefetto tramite l’ingegnere Gervasio Venuti. L’Ati, l’Assemblea territoriale idrica dei sindaci ha votato a favore della risoluzione del contratto con Girgenti Acque, ma non ha ancora scelto, o forse ancora nemmeno compreso, quale percorso alternativo intraprendere. Della serie: “Per andare dove dobbiamo andare, per dove dobbiamo andare?”.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)