“Artemisia”, la ricostruzione della fuga di notizie

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Come i Carabinieri e la Procura di Trapani hanno ricostruito la fuga di notizie nell’ambito dell’inchiesta “Artemisia” che ha provocato 27 arresti.

In estrema e facile sintesi: Giovannantonio Macchiarola avrebbe appreso la notizia dell’indagine in corso a carico di Giovanni Lo Sciuto durante una riunione dello staff del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, dell’Ncd. Macchiarola l’avrebbe comunicata al deputato Francesco Cascio, Ncd anche lui. E Cascio, a sua volta, l’avrebbe comunicata a Giovanni Lo Sciuto, altrettanto lui Ncd, e arrestato ieri dai Carabinieri perché ritenuto a capo di una “super loggia segreta” di stampo massonico e con diverse finalità di reato. Ordunque, Macchiarola è indagato di rivelazione di notizie riservate. E Cascio è indagato di favoreggiamento. E i suoi difensori, gli avvocati Enrico Sanseverino, Roberto Mangano e Vincenzo Giacona, intervengono così: “In relazione ai fatti contestati al dottor Francesco Cascio, i legali specificano che l’unica ipotesi di reato per la quale il proprio assistito è coinvolto nell’indagine riguarda un’ipotesi di favoreggiamento semplice. Cascio, secondo gli inquirenti, avrebbe comunicato all’onorevole Lo Sciuto l’esistenza di un’indagine a suo carico. Da quanto emerge dalla piattaforma indiziaria cristallizzata nel titolo cautelare, l’ex presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana è assolutamente estraneo a tutte le restanti ipotesi di reato riguardanti gli altri indagati. Il dottor Cascio, nonostante sia profondamente turbato e sorpreso dall’accaduto, ripone, come sempre, fiducia nella magistratura e siamo certi che riuscirà in tempi brevissimi a chiarire la sua posizione”. Ordunque, ecco alcune intercettazioni tramite cui i Carabinieri e la Procura di Trapani ricostruiscono la fuga di notizie oggetto delle indagini. In principio, Giovanni Lo Sciuto avrebbe appreso di attenzioni investigative a suo carico dal sostituto commissario Salvatore Passannante, in servizio al commissariato di Castelvetrano, e dal poliziotto Salvatore Giacobbe, in servizio alla Prefettura di Trapani, anche loro arrestati. Poi, il 15 settembre del 2016 Lo Sciuto è a Palermo all’Assemblea Regionale. Alle ore 14:16 telefona a Francesco Cascio, collega di partito: “Ehi Ciccio, ma tu sei nella tua stanza? …e no, sono davanti, davanti la mia stanza sono, qua davanti sono… aspetta un attimo che sto venendo”. Poche ore dopo, alle ore 17, Lo Sciuto è in automobile con Isidoro Calcara, di Castelvetrano, anche lui arrestato. E le parole di Lo Sciuto sono: “I Carabinieri hanno avuto il telefono sotto controllo quei 20 giorni all’inizio… sarà 20 giorni e poi l’hanno tolto…”. Poi in serata Lo Sciuto così si è rivolto alla moglie: “Questa situazione di oggi mi ha scombussolato”. Poi, il successivo 20 settembre, Lo Sciuto conversa ancora con Calcara, e le sue parole sono: “Sono stato un pochino scoglionato per questa situazione… questa situazione di là…che mi hanno detto… quello mi viene a dire il discorso dopo due mesi e mezzo… minchia… dice che lo sapeva, gli avrei detto: ‘… pezzo di minchia perché non me lo dicevi?’… e gli stavo dicendo: ‘se mi dovevano fottere, minchia tu mi facevi fottere?… per non avvisarmi… mah, uno si deve quartiare… uno si deve quartiare tutto…”.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

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