Nell’intersecato puzzle della scomparsa di Gessica Lattuca, avvenuta il 12 Agosto 2018 sbuca, dal nulla e dopo sette mesi, un’altra testimone.
Un’altra donna che asserisce di aver visto Gessica proprio la sera della sua scomparsa, nelle zone attigue dei “Sette Cortili”.
La donna, A.N., indica precisamente la via dell’avvistamento e precisamente in Via Sottotenente Giglia, ai piedi di un portone verde.
Racconta di averla vista, da sola, seduta dinnanzi a un portone verde in palese stato di ebbrezza tanto da vederla barcollare anche se seduta mentre cercava di raccogliere la sua borsetta che le era caduta a terra.
Il tutto si sarebbe verificato il 12 Agosto, sera in cui Gessica scompare, intorno alle ora 23.30.
Sette mesi di pure allusioni, depistaggi e testimonianze che non hanno mai portato a un punto fisso in questo caso.
Come già accaduto in precedenza, la neo testimone ha preferito gli organi di stampa anziché gli organi inquirenti.
Esce fuori anche un altro punto che potrebbe risultare importante, ovvero due chiamate e due messaggi, da parte di un uomo, registrate nei tabulati telefonici dell’utenza di Gessica proprio il 12 Agosto alle 15 e alle 16 con anche due messaggi con scritto: “perché non rispondi?”
La madre di Gessica, la signora Giuseppina Caramanno ha dei sospetti sul fatto che la figlia sia stata vista li di conseguenza non sa se crederle. Dice solo che le sembra strano in quanto la location dei “Sette Cortili” si trova a metà strada tra la sua abitazione e quella di Filippo Russotto e anche di Gaspare Volpe.
Naturalmente è in stato di verifica l’attendibilità di questa nuova testimonianza. Il tutto è al vaglio degli inquirenti che, naturalmente, non stanno sottovalutando nessuna pista.
La speranza che questo caso possa risolversi rimane ancora un mistero. Inizialmente si parlava di una Favara omertosa dove nessuno aveva visto e/o sentito nulla e ancora oggi, a distanza di sette mesi, ci si ritrova ancora a pigiare tasti di note stonate fatte di testimonianze che saltano fuori all’improvviso, di scritte sui muri che non hanno avuto esito, di telefonate anonime e di supposizioni che non hanno portato alla verità sul caso di Gessica.