L’assessore Pierobon a lavoro sul Piano rifiuti: priorità agli impianti pubblici e misure contro gli speculatori. Le iniziative su Ravanusa e Casteltermini.
L’assessore regionale ai servizi di pubblica utilità, come acqua e rifiuti, Alberto Pierobon, è impegnato nelle modifiche necessarie al Piano rifiuti della Regione Sicilia affinchè sia digerito dal ministero dell’Ambiente retto dal generale dei Carabinieri, Sergio Costa. E Pierobon rilancia le parole d’ordine del nuovo progetto sulla gestione dei rifiuti in Sicilia, ovvero priorità agli impianti pubblici e misure anti-speculatori. Sono state bacchettate alcune province dove sono stati riscontrati problemi nella raccolta differenziata, che adesso, in ambito regionale, è al 32%, ed è aumentata di 10 punti percentuali in un anno. Però, aumentando la percentuale di differenziata servono impianti di recupero e trattamento soprattutto dell’organico, l’umido, che rappresenta circa il 40 per cento del rifiuto. E quindi sì ai nuovi impianti, e priorità agli impianti pubblici, e non privati, per trattare l’umido. La quantità di umido attualmente è stimabile sulle 300mila tonnellate l’anno. Per trattare tale quantità di umido sono oggi attivi 13 impianti di compostaggio, sia pubblici (quindi di proprietà delle Srr e gestiti dalle Srr oppure affidati in gestione con gara di evidenza pubblica) sia privati, in numero quasi uguale, per una capacità complessiva di 327.231 tonnellate l’anno. Due impianti sono ad Agrigento, uno a Caltanissetta, 4 nel Catanese, 5 nel Palermitano e 1 a Ragusa. Il recente sequestro dell’impianto Sicilfert a Marsala, che ha garantito il trattamento di 55mila tonnellate di umido l’anno, ha ridotto la capacità degli impianti da oltre 380mila tonnellate l’anno a 327 mila. Nel frattempo l’assessorato ha avviato iniziative come il compostaggio domestico e di comunità, con un bando da 16 milioni di euro appena pubblicato, per ridurre la quantità di umido da trattare in attesa di completare gli impianti. Quando tali impianti pubblici progettati saranno in funzione, saranno innanzitutto calmierati i prezzi, talvolta elevati sia per la distanza sul territorio degli impianti sia per la scelta dei privati che aumentano le tariffe secondo i principi del libero mercato. Dunque, Pierobon annuncia che è pronta la delibera che sblocca i fondi per gli impianti pubblici a Calatafimi-Segesta ed a Ravanusa in provincia di Agrigento. L’assessore ha proposto alla giunta di governo l’utilizzo dei fondi del Patto per il Sud. Ed è in corso la procedura per attivare altri due impianti di compostaggio pubblici nei Comuni di Vittoria e di Casteltermini, ancora in provincia di Agrigento, per trattare 60 mila tonnellate l’anno di umido. Inoltre sono sotto monitoraggio sei impianti falliti o sequestrati. Tre sono privati, a Marsala, Catania ed a Joppolo Giancaxio in provincia di Agrigento. E altri tre sono pubblici: ad Enna, a Castelvetrano ed a Bisacquino. Tra sequestri e fallimenti sono in corso interlocuzioni con le amministrazioni giudiziarie e con le curatele fallimentari per valutare iniziative per riutilizzare gli impianti, anche parzialmente.