La Commissione regionale Antimafia approva il Codice etico dei deputati regionali. Adesso il testo all’esame dell’Assemblea. L’intervento del presidente, Claudio Fava.
La Commissione regionale Antimafia, presieduta da Claudio Fava, ha sfornato, approvandolo all’unanimità, il Codice etico dei deputati regionali. Le regole, in 23 articoli complessivi, sono stringenti. Ad esempio, i deputati regionali sono obbligati a consegnare all’Assemblea Regionale una relazione sulle eventuali attività di amministratore o legale rappresentante svolte nel triennio precedente all’elezione. E poi, il deputato non potrà ricevere donazioni da parte di imprenditori, aziende e professionisti che hanno ricevuto a qualsiasi titolo contributi regionali, o che hanno ricevuto concessioni e autorizzazioni da parte della Regione. E poi, contro i finanziamenti a singole associazioni o enti privati, in un articolo del Codice etico si legge: “Il deputato non può esercitare la sua funzione al fine di ottenere profitti personali e vantaggi particolari a terzi”. E poi è punita la condotta, anche non penalmente rilevante, in caso di frequentazioni con personaggi che, direttamente o indirettamente, sono legati ad associazioni criminali. Ed ancora: i deputati dovranno comunicare eventuali indagini o procedimenti penali, anche della Corte dei Conti, a loro carico. E’ imposto un divieto ad accettare regali superiori alla cifra di 150 euro da soggetti che nei tre anni precedenti hanno ricevuto contributi o atti autorizzativi da parte della Regione. E poi, un altro articolo affronta i casi di conflitti di interesse: il deputato non potrà proporre norme che riguardano soggetti con i quali ha avuto rapporti di lavoro in passato e non potrà sostenere aiuti ad enti, pubblici e privati, gestiti da parenti fino al quarto grado. Cinghia tirata anche per consulenze e incarichi esterni, che dovranno essere dettagliatamente motivati. E poi, un altro articolo si intitola testualmente “divieto di clientelismo”, e si legge: “Il deputato non può in alcun modo condizionare l’approvazione di atti, né influenzare le scelte di soggetti privati a fini clientelari, ovvero esercitare le proprie funzioni per promuovere esclusivamente l’interesse di individui e gruppi a detrimento dell’interesse pubblico”. A vigilare sull’applicazione e il rispetto del Codice etico sarà un apposito Comitato etico, composto da cinque deputati scelti dal presidente dell’Assemblea regionale. Le sanzioni ai trasgressori sono, in ordine di gravità, il richiamo orale o ammonimento, poi la censura e poi l’invito a dimettersi dalle cariche istituzionali all’Assemblea. Claudio Fava commenta: “Si tratta di un contributo molto pratico e pragmatico per restituire responsabilità alla politica siciliana. Doveri, divieti e sanzioni immediatamente applicabili fanno di questo Codice uno strumento di concreto decoro parlamentare e un presidio di legalità. La Commissione si era impegnata a produrre il testo finale a un anno dal proprio insediamento: è un impegno che ha voluto mantenere. Credo sia importante che il Codice etico sia stato approvato in occasione dell’anniversario della morte del giudice Giovanni Falcone, perché dà un contributo all’idea di una lotta alla mafia che deve essere basata sui fatti piuttosto che sulla proclamazione di concetti. Non fiori ma opere di bene. E questo Codice, per la politica siciliana, è un’opera di bene”.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)
Codice etico alla regione siciliana ? SIAMO SU SCHERZI A PARTE ??