Nell’ambito dell’inchiesta sul depistaggio delle indagini a seguito della strage di Via D’Amelio, la Procura della Repubblica di Messina, diretta da Maurizio De Lucia, ha iscritto nel registro degli indagati due magistrati del pool che indagò sull’attentato. Si tratta di Carmelo Petralia e Annamaria Palma, a carico dei quali si ipotizza il reato di calunnia aggravato dall’avere favorito Cosa nostra in concorso con i tre poliziotti del gruppo La Barbera attualmente sotto processo a Caltanissetta. Annamaria Palma oggi è avvocato generale a Palermo, e Carmelo Petralia è procuratore aggiunto a Catania. I magistrati e i poliziotti avrebbero imbeccato tre falsi pentiti costruiti a tavolino, tra cui Vincenzo Scarantino, suggerendo loro di accusare falsamente dell’attentato alcune persone estranee a quanto accaduto. Ai magistrati si contesta, oltre all’aggravante di avere favorito Cosa nostra, anche l’aggravante derivante dalla circostanza che alla calunnia è seguita una condanna a una pena maggiore ai 20 anni di carcere.
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