Dopo le prime nove assoluzioni, assolti in Appello anche gli altri due imputati per il crollo dell’edificio a Favara che provocò la morte delle sorelle Bellavia. I dettagli.
A Favara, nel centro storico, in piazza del Carmine, all’alba del 23 gennaio del 2010, il crollo di una palazzina ha provocato la morte delle sorelle Bellavia, Chiara Pia, 3 anni, e Marianna, 14 anni.
Il 25 maggio del 2017 il Tribunale di Agrigento ha condannato a 3 anni di reclusione ciascuno, per disastro e omicidio colposo plurimi, l’ex capo dell’Ufficio tecnico comunale di Favara, Sebastiano Dispenza, ed il proprietario dell’immobile crollato, Antonio Noto. Poi, in secondo grado, il sostituto procuratore generale della Corte d’Appello di Palermo, Giuseppina Motisi, a conclusione della requisitoria, l’11 gennaio scorso ha chiesto alla Corte di condannare Dispenza e Noto a 2 anni e 6 mesi di reclusione ciascuno a seguito dell’intervenuta prescrizione di alcune ipotesi di reato. Adesso la Corte d’Appello ha emesso la sentenza ed ha assolto, “per non avere commesso il fatto”, Antonio Noto e Sebastiano Dispenza, difesi dagli avvocati Antonino Gaziano e Calogero Raia. Ed a seguito dell’assoluzione dell’ingegnere Sebastiano Dispenza, interviene il presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Agrigento, Alberto Avenia, che esprime soddisfazione e commenta: “Abbiamo atteso rispettosamente per due anni che la giustizia facesse il suo corso. L’assoluzione di Dispenza conferma il rigore e la professionalità da lui messe in campo nello svolgimento del proprio ruolo di dirigente dell’Ufficio tecnico comunale di Favara”. Dunque, nessun colpevole per quanto accaduto. Ed in estrema sintesi è accaduto che la casa crollata non sarebbe stata agibile. Anche perchè alcune opere di consolidamento sui piani alti hanno pregiudicato ancora di più la stabilità delle fondamenta marce. Tuttavia, alla famiglia Bellavia sarebbe stato consentito di abitarla, pur nella consapevolezza del pericolo. Il sindaco dell’epoca, Mimmo Russello, che si dimise appena ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, è stato poi giudicato in abbreviato e assolto il 14 febbraio del 2012. Due ex sindaci che hanno preceduto Russello, e altri 6 imputati, tra funzionari e dirigenti dell’ Ufficio tecnico comunale di Favara, i proprietari e i possessori dell’edificio crollato, sono stati sotto processo ordinario. E la sezione penale del Tribunale di Agrigento, presieduta da Giuseppe Melisenda Giambertoni, il 25 maggio del 2017 li ha assolti, “per non avere commesso il fatto”. E si tratta di Rosalia Presti, parente di Antonio Noto, alla quale sarebbe stata intestata la palazzina, poi gli ex sindaci Carmelo Vetro e Lorenzo Airò, l’ex capo dell’Ufficio tecnico, Giacomo Sorce, il geometra Antonio Grova, dipendente dell’Ufficio tecnico, e i tecnici comunali Francesco Criscenzo, Pasquale Amato, ex sindaco di Palma di Montechiaro, e Alberto Avenia.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)