Oltre dieci anni dopo la retata, l’inchiesta denominata “Dolce vita” che nel 2007 tanto clamore suscitò ad Agrigento, è arrivata al vaglio processuale.
I carabinieri, in quel tempo, coordinati dall’allora Pm ad Agrigento (oggi a Ragusa) Santo Fornasier scoprirono una attrezzata casa a luci rosse camuffata da night club dove numerose donne rumene venivano fatte prostituire. Undici gli odierni imputati (un dodicesimo, Giancarlo Carusotto è stato giudicato a parte) che sono: Elena (detta Lilly) ed Elis Ana Acujboaei, 41 anni e 39 anni, Maria Balan, 64 anni, Robert Florin Tesoi, 35 anni; Neculai Zavache, 35 anni; Chiriac Vasile Sorm, 47 anni, tutti rumeni e i cittadini italiani Mario Ciulla, 35 anni e Giovanni Corvaia, 40 anni, di Agrigento; Vito Destro, 52 anni e Antonio Caramazza, 43 anni, di Favara; Andrea Amato, 48 anni, di Porto Empedocle.
Gli indagati avrebbero procacciato le prostitute rumene pagando loro il viaggio e promettendo facili guadagni. Per l’ingresso in Italia, avrebbero attestato falsamente l’ospitalità per altri motivi. Una volta arrivate in Italia le. rumene, sostiene l’accusa, venivano fatte prostituire nel night “La dolce vita”. All’interno del locale notturno vi sarebbero stati dei camerini che le ragazze utilizzavano per esercitare il mestiere più vecchio del mondo.