“Se non sei con noi sei mafioso”: altri imprenditori, testimoni della Procura di Caltanissetta, interrogati al processo ordinario al sistema “Montante”. I dettagli.
Nell’ambito del ciclone giudiziario che si è scatenato intorno al cosiddetto “Sistema Montante”, innanzi al Tribunale di Caltanissetta, presieduto dal giudice Francesco D’Arrigo, è in corso il processo ordinario a carico dei 17 imputati, tra cui l’ex presidente del Senato Renato Schifani, il tributarista Angelo Cuva, l’ex direttore dell’Aisi servizi segreti civili Arturo Esposito, e l’ex caporeparto dello stesso Aisi, Andrea Cavacece, che, anziché il giudizio abbreviato come Montante, hanno scelto di essere giudicati in ordinario. Attualmente sfilano i testimoni della Procura. L’imprenditore Salvatore Virzì, tra l’altro, ha dichiarato: “Se non facevi parte di Confindustria venivi accusato di essere mafioso. Sono presidente dell’Assioe, un’associazione di cui fanno parte gli imprenditori delle zone industriali di Grottadacqua, Calderaro e San Cataldo Scalo, nata per poter interloquire con le istituzioni. Purtroppo le istituzioni non ci ascoltano e per esempio in contrada Grottadacqua non c’è acqua potabile. Si tratta di un territorio mortificato dal fatto di non avere servizi. Nel 2013 stavamo facendo un’assemblea nella sede dell’Asi e fummo fotografati tutti. Ci venne detto che da soli non saremmo andati da nessuna parte. Antonello Montante non l’ho mai conosciuto e non è mio interesse incontrarlo. Noi non abbiamo mai attaccato Confindustria, ma tutti ci dicevano ‘attenzione che queste aziende squaglieranno in mano a dei controlli’. Non siamo andati in Confindustria per rimanere liberi, nessun altro motivo”. Poi l’imprenditore Salvatore Lo Cascio ha affermato: “Prima dell’arrivo di Montante in Confindustria si respirava un clima sereno e costruttivo. Tale clima è completamente cambiato prima della sua elezione nel 2005 a presidente di Confindustria. Io ero a capo di un’associazione, ‘Liberi imprenditori’, che non appoggiò l’elezione di Montante. Dopo la sua elezione presentai le mie dimissioni. I miei rapporti con lui non erano buoni da tempo, erano diventati tesi per via della mancata conclusione di una trattativa commerciale per la vendita di un macchinario. Io non condividevo le idee sue e del suo gruppo. Non volevo parlare con lui né con chi gli stava a fianco. L’elezione di Montante fu possibile grazie all’intervento dei vertici di Confindustria. Montante poteva contare sull’appoggio della maggioranza dei soci. Al momento delle elezioni, l’altro candidato, Salvatore Mistretta, si ritirò ritenendo di non avere i numeri sufficienti. Restava dunque un solo candidato e si doveva procedere o con votazione segreta oppure per acclamazione. Alla fine si elesse per votazione e venne eletto Montante. Mancava il mio voto”.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)