Che ci fossero intrecci tra la cosca mafiosa di Licata ed esponenti della massoneria era emerso velatamente dalle carte del blitz Assedio con cui i carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento fermarono 7 esponenti tra cui il boss Angelo Occhipinti ed il consigliere comunale Giuseppe Scozzari. Questa mattina un’altra operazione – denominata Halycon – è stata eseguita dai carabinieri del Ros su delega della Dda di Palermo con il procuratore Francesco Lo Voi, l’aggiunto Paolo Guido ed i sostituti Claudio Camilleri, Geri Ferrara e Alessia Sinatra.
Sette le persone fermate con l’accusa, a vario titolo, di associazione mafiosa e concorso esterno in associazione mafiosa: Giovanni Lauria, inteso “il professore” 79 anni; Vito Lauria, 49 anni; Angelo Lauria, 45 anni; Giacomo Casa, 64 anni; Raimondo Semprevivo, 46 anni, Giovanni Mugnos, 53 anni e Lucio Lutri, 60 anni.
Due le figure principali che emergono dall’indagine: si tratta del funzionario regionale Lucio Lutri, che era stato “maestro venerabile” della loggia “Pensiero e azione” del Grande Oriente d’Italia e del figlio dell’ex capomafia Giovanni Lauria, Vito, anche lui “maestro venerabile”, della loggia “Arnaldo da Brescia”, pure questa appartenente al “Goi”.
Al centro delle indagini dei carabinieri la famiglia mafiosa di Licata , di cui sono stati delineati gli assetti e le gerarchie. Nel corso della indagine sono state scoperti infiltrazioni nelle attivita’ imprenditoriali in via di realizzazione nell’Agrigentino ed il ruolo occupato all’interno della cosca da due massoni che erano maestri venerabili di due distinte logge.