A Canicattì, in contrada Petrullo, i poliziotti del locale Commissariato diretto dal vice Questore, Cesare Castelli, della Squadra Mobile di Agrigento diretta da Giovanni Minarci, e del Commissariato di Licata agli ordini di Sergio Carrubba, sono irrotti all’interno di un magazzino utilizzato per l’essiccazione di una ingente quantità di marijuana. Sono state scoperte piante già raccolte nella disponibilità di Vincenzo Tardino, 38 anni, autorizzato alla coltivazione di cannabis industriale per scopi leciti. Nel corso della perquisizione sono state contate e sequestrate 3.550 piante alte mediamente un metro e mezzo, per un totale di circa 2.650 chili, oltre ad una parte esigua, di circa 30 chili, risultata essere di lecita coltivazione. Vincenzo Tardino è stato arrestato e trasferito nel carcere “Di Lorenzo” ad Agrigento. L’arresto di Tardino è compreso nell’ambito dell’operazione cosiddetta “San Michele”, che a Licata ha provocato l’arresto di altre tre persone: ai domiciliari, i coniugi Francesco Bruna, 43 anni, e Angela Camilleri, 36 anni, per una piantagione di marijuana in contrada San Michele con 250 piante alte tra 1 metro e 1 metro mezzo, per un totale di circa 247 chili. E poi, in carcere, Angelo Marzullo, 47 anni, per una piantagione in contrada Cantacaglione, con 575 piante alte mediamente un metro e mezzo, per un totale di circa 725 chili. Il valore complessivo di mercato della droga sequestrata ammonta a circa 5 milioni di euro.
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