“Voglio fare l’influencer“. E’ questo il nuovo trend.
“Influencer” è una delle parole più pericolose del nostro tempo.
Influenzare le masse sul nulla, omologare, rendere gregge e soprattutto privare di giudizio critico.
I giovani non sono più in grado di costruire un pensiero di senso compiuto, non hanno un’opinione, non sanno cosa significhi astenersi, avere un proprio gusto e magari una personalissima passione.
La passione comune delle teenagers del terzo millennio è Giulia De Lellis. Confesso che son dovuta andare a googlare quel nome perché per me era – e resta – un’emerita sconosciuta. Come molte prima di lei, è divenuta famosa (a mio modesto avviso destinata ad essere dimenticata anch’essa tra qualche tempo) come molte prima di lei, grazie a mamma Maria (De Filippi) e alla trasmissione (con zero contenuti) “Uomini e donne”. Sì, perché ormai si aspira a divenire famosi, ma non per un proprio talento artistico, ma perché ci si siede sul trono di velluto rosso degli studi Mediaset, mostrando il nulla e esprimendosi con frasi come: “Le corna stanno bene su tutto. Ma io stavo meglio senza!”
E’ questo il titolo del libro che la famosa influencer ha scritto (?) sembrerebbe a 4 mani con una certa Stella Pupo (come se servissero 4 mani per scrivere un manuale trash sulle corna) e che ha venduto in pochi giorni – udite udite – 53.674 copie, copia più copia meno. Cosa ci sarà scritto in realtà in queste pagine, oltre al titolo, non saprei e (non saprò) dirvi. Quello che so è che davanti alla Mondadori a Roma (Mondadori è anche la casa editrice di questo libro, si intende) c’erano più di 500 persone che osannavano letteralmente la De Lellis come se fosse l’imperatrice di Spagna.
Le frasi urlate alla “scrittrice” sono state: “Sei bellissima!“, “Tu per me sei tutto!” ma soprattutto “il libro è stupendo!” – detto da chi ancora non lo aveva ancora neanche tra le mani.
Non ridete, ve ne prego, questa è realtà.
Sembrerebbe che qualcuno abbia anche ringraziato la De Lellis per aver avvicinato la “gente” alla lettura. Ah già … dalla regia mi dicono che non è un qualcuno qualsiasi quello che ha esternato questa riflessione, bensì Stefano Peccatori, dg Mondadori Electa, che si è detto fiero del successo del libro di Giulia: “E’ un prodotto che ha avvicinato anche tanti non lettori al nostro mondo. Un viaggio nelle emozioni di una giovane donna“.
Qui ci sta un “No comment”, amici miei. Perché sennò in pieno stile Stammelluti dovrei dire “non ho più parole, solo parolacce”.
I rivali della De Lellis dunque sono più d’uno ad oggi.
Gli scrittori Fabio Volo, Gramellini per esempio (non ridete, tanto è) e poi Francesco Totti, con il quale ci sarebbe un testa a testa di followers e poi la regina delle influencer, quella che ha insegnato alle adepte come si farebbe quel fruttuoso mestiere, la divina Chiara Ferragni, reduce da un docu-film anch’esso degno dei nostri giorni.
Lo so che avete voglia di sorridere in questi tempi così difficili, socialmente parlando, e allora prima dell’ultima riflessione che so per certo apprezzerete perché chi legge un quotidiano non è mai privo di giudizio critico, vi dico – per farvi abbozzare l’ultimo sorriso – che la dichiarazione della novella scrittrice è stata: ” Staccherò dal social, possa stare senza Instagram anche per un mese. Io stacco quando voglio“. Anche noi cara De Lellis facciamo quel che vogliamo, eh, sia chiaro e saremo in tanti a non leggere il suo manuale sulle corna e affini.
Sa, il problema non è il suo libro in sé, che potremmo utilizzare nelle modalità più disparate, ma il fatto che le adolescenti la considerino un’idolo. Alla nostra età – sì certo parlo da quasi cinquantenne – noi come idoli avevamo Primo Levi, Italo Calvino, Umberto Eco, leggevamo i classici, leggevamo anche Pinocchio; ma lei lo sa che gran capolavoro è, Pinocchio?
Ma la colpa non è sua, cara De Lellis, è del circuito che ormai sta triturando la cultura facendone coriandoli che si bagnano alla prima pioggia e diventano poltiglia informe e sgradevole. Perché il suo libro è solo uno degli ingranaggi di un sistema che da qualche parte si sarà impigliato e che dovremmo correre a riparare.
Sabato sera ho scoperto che esiste un programma Tv (figli di Maria) chiamato “Amici celebrities” (che già sul sostantivo avrei da ridire considerato che per me le celebrità sono attori da Oscar, geniali registi, fotografi talentuosi, cantautori sopraffini e raffinati che con la loro arte sono diventati celebri ossia “degni di essere conosciuti, riconosciuti e ricordati e amati”) ma a parte questo, sono contenta di sapere che, malgrado il tentativo, non è riuscito a battere la CULTURA del programma Rai di Alberto Angela, “Ulisse”, che parlava di Leonardo Da Vinci.
Lei sa chi è Leonando Da Vinci, De Lellis? Magari un giorno se ci sidovesse incontrare io e lei, potremmo parlare di questo e tanto altro … ah no, forse tanto altro non sarà possibile ma potremo sempre farci un selfie, tanto uno più uno meno, penso che non le faccia differenza. Insomma sabato sera la Cultura ha battuto la fetenzìa 1 a 0.
Dunque, possiamo ancora sperare.
Non so se va proprio tutto bene, ma ho imparato negli anni, che “lasciar correre” non è mai una soluzione e che molte soluzioni si trovano nei libri … quelli veri.
Simona Stammelluti