Si attende solo la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale e la formalizzazione del contratto di assunzione per Giulio Santonocito, Direttore Generale dell’Asp di Agrigento, in procinto di andare a dirigere l’Asp Roma5. Il decreto, non vincolante, lo ha firmato il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti lo scorso 2 ottobre.
Nessun problema, dunque, circa il suo trasferimento a Roma sulla inconferibilità o incompatibilità con la sua nomina a seguito di un procedimento penale che, ad un certo punto, aveva lasciato qualche perplessità.
Santonocito è stato preferito rispetto ad una rosa di 17 candidati che ambivano al nuovo prestigioso incarico romano. Sicuramente ha molto influito il suo curriculum assolutamente eccellente.
Non si può non sottolineare come Giulio Santonocito sia stato nell’ultimo ventennio fra i più brillanti direttori generali di Agrigento; non ha badato a spese, ovviamente fin dove poteva, ed invece di diventare famoso come qualche suo predecessore (che preferiva essere promosso per la sua “virtualità” economica a scapito dei gravi disagi che i pazienti agrigentini patiscono ogni giorno) ha investito tanto sulla tecnologia, a volte all’avanguardia, per ogni reparto dell’ospedale San Giovanni di Dio.
Onore al merito, dunque, a Giulio Santonocito, il quale, come del resto ogni essere umano, qualche volta (ma raramente) ha mostrato qualche piccola defaillance.
Nessuno è perfetto, ci mancherebbe altro! Ha avuto qualche “dimenticanza” su fatti e circostanze che avrebbero sicuramente meritato la sua presenza. Senza volersi soffermare sul particolare, Santonocito ha avuto la possibilità di presiedere convegni medici di tutto rispetto i cui temi rappresentavano una vera innovazione per la sanità agrigentina, da sempre messa all’angolo e costretta a rincorrere i “bravi medici del nord”. Polemiche e tragedie sottobanco hanno impedito al Direttore Generale di essere presente ad eventi del tutto eccezionali.
Per farla breve: è stato come quell’atleta fenomenale che corre più del vento e poi si dimentica di passare il testimone al proprio compagno. Comunque, è andata così.
Il suo trasferimento all’Asp di Roma5 apre nuovi scenari (e nuovi balletti) per la sua sostituzione. C’è fermento, c’è da nominare il nuovo Direttore. La posta in palio è alta è soprattutto ci sono tanti nuovi posti di lavoro in attesa di essere occupati. Si sono sbloccati i concorsi e c’è da nominare nuovi primari anche nella provincia di Agrigento (di questo ne riparleremo più avanti).
Un gioco forte, quasi d’azzardo, soprattutto se si considera che l’Asp di Agrigento gestisce ogni anno quasi 600 milioni di euro per tutta la provincia. Non solo, le responsabilità sono anche micidiali. La nuova classe medica e soprattutto i nuovi primari dovranno gestire la sanità nel nostro territorio per i prossimi 15-20 anni.
Ed in tutto questo contesto, purtroppo, bisogna fare i conti anche con la politica, la quale, come il sale, entra in ogni pietanza.
C’è chi sogna clamorosi ritorni, ma il “colore” non “appatta”. Troppe volte, infatti, il virtuoso ex direttore Generale dell’Asp di cui sopra è stato visto nella Città dei Templi pur rivestendo la carica in altra provincia. Per carità, a nessuno è vietato innamorarsi della Valle dei Templi o del centro storico di Agrigento; probabili anche motivi di affetto. Però, troppo spesso, la sua presenza in città ha coinciso con l’altrettanta presenza di politici e deputati regionali di spicco.
E intanto, il Direttore Amministrativo dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento, Salvatore Iacolino lascia la città dei Templi per trasferirsi alla corte del Direttore Generale dell’Asp di Siracusa Lucio Ficarra, ex manager dell’Asp agrigentina.
Non dimenticare mai, però, che prima si devono fare i conti con l’oste. E ad Agrigento gli osti sono tanti.
O forse, uno soltanto…