Piazza San Giovanni a Roma e il voto per le Regionali in Umbria provocano fibrillazioni nella politica in Sicilia, tra centrodestra e opposizione. L’attuale stato dell’arte.
Il voto alle elezioni Regionali in Umbria rende frizzante e ubriaca anche, e ancora, la politica siciliana. Coloro, davvero pochi, che ritengono il voto tra Perugia e dintorni non influente oltre i confini della terra di San Francesco, si ricredono sempre di più. In Sicilia le forze politiche sono in stato ipertensivo. Il primo a scatenare le ostilità è stato il presidente dell’Assemblea Regionale e coordinatore regionale di Forza Italia, Gianfranco Miccichè, che, dopo l’abbraccio tra Berlusconi, Salvini e Meloni a piazza San Giovanni a Roma, e la vittoria, soprattutto di Salvini, in Umbria, dalle colonne del “Mattino” di Napoli ha annunciato: “Basta. Berlusconi mi ha deluso. Io mai con Salvini. Rifondo Grande Sud. Un partito del Sud”. Poi Gianfranco Miccichè si sarà verosimilmente consultato con alcuni fedelissimi, come Francesco Scoma e Giuseppe Milazzo, oppure con Stefania Prestigiacomo, che raccontano molto agitata dalle dichiarazioni di Miccichè, e ha corretto il tiro così: “Il partito del Sud? Ma no: è stata solo una provocazione”. Nel frattempo, la partecipazione alla manifestazione a Roma a piazza San Giovanni, e la vittoria del centrodestra unito in Umbria, sollevano e tanto le quotazioni nella “borsa” della politica del presidente della Regione, Nello Musumeci, da sempre teorico aspirante praticante del centrodestra unito. E lo stesso Musumeci rilancia fede e credo così: “E’ ancora salda nella mia mente l’immagine forte della piazza di San Giovanni a Roma. Il centrodestra di oggi ha una capacità in più di interpretare i territori e una leadership forte e trainante”. Ovviamente Musumeci si ritiene, e non a torto, il primo riferimento in Sicilia del ritrovato centrodestra unito, anche se non mancano le contrarietà. Ad esempio, un ex del movimento di Musumeci “Diventerà Bellissima”, Raffaele Stancanelli, adesso con “Fratelli d’Italia”, smorza l’entusiasmo del presidente della Regione, e afferma: “Il centrodestra a livello nazionale vince ed è forte, ma in Sicilia manca una leadership”. Ancora nel frattempo, il voto in Umbria ha sancito il fallimento dell’esperimento dell’alleanza civica tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, ovvero il trasferimento in periferia dell’alleanza a Roma tra Di Maio e Zingaretti. Dunque alle prossime elezioni Regionali e Amministrative ciascun partito di governo procederà autonomamente? Al momento una risposta certa è impossibile. Probabilmente sarà valutato caso per caso. Ad esempio, a Favara, in provincia di Agrigento, la sindaca del Movimento 5 Stelle, Anna Alba, è stata sfiduciata da una parte dei 5 Stelle. Lei ha teso la mano al Partito Democratico, e la mozione di sfiducia è stata bocciata. Altro esempio: in primavera si voterà alle Comunali ad Agrigento, ma anche a Marsala e ad Enna, e l’ex deputato regionale del Partito Democratico, Giovanni Panepinto, incoraggia di ritentare l’alleanza civica con il Movimento 5 Stelle. Scettici e riottosi sono i 5 Stelle, anche se due esponenti di spicco come Giancarlo Cancelleri e Ignazio Corrao invitano ad una pacata riflessione. Le parole di Cancelleri: “A chi dice che col Partito Democratico è un disastro, dico che non andava bene neanche con la Lega”. Le parole di Ignazio Corrao: “In Umbria l’accordo era prematuro. Per fare percorsi di questo genere ci vuole tempo”.