Tanto clamore e poi nulla: esito negativo al riscontro della presunta presenza di Matteo Messina Denaro in un ospedale a Messina. E non sarebbe stata la prima volta.
Messina nella cartina geografica di Cosa Nostra siciliana è indicata come la provincia “babba”. E tuttavia, quando latitanti eccellenti, come Matteo Messina Denaro, sarebbero stati bisognosi di cure mediche, avrebbero scelto Messina per curarsi. Ad esempio, l’ex killer del clan palermitano di Brancaccio, Gaspare Spatuzza, poi collaboratore della Giustizia e testimone determinante nella scoperta del depistaggio delle indagini sulla strage di via D’Amelio, al processo “Borsellino quater” ha raccontato che Matteo Messina Denaro, affetto da grave miopia, si sarebbe sottoposto ad un intervento agli occhi in un ospedale di Messina, scortato dagli affiliati al clan di Brancaccio.
Le parole di Spatuzza: “C’è un particolare da Messina, però, ma credo che era per una problematica di Matteo Messina Denaro… So un particolare, in cui Matteo Messina Denaro ha subito un intervento agli occhi a Messina… In questa vicenda era coinvolto Nino Mangano… Messina Denaro all’epoca si andò a curare sotto il nome di Giorgio Pizzo, un uomo del nostro gruppo, della famiglia di Brancaccio, che gli cedette la sua carta d’identità. Andò a curarsi a Messina sotto il controllo di Nino Mangano…”. Sia Mangano, reggente di Brancaccio, che Pizzo, sono stati arrestati nel dicembre del ’95, ed è quindi verosimile che Messina Denaro sia stato operato tra il ‘93’ e il ’95. Che Matteo Messina Denaro fosse afflitto da grave miopia lo ha confermato anche un altro ex killer poi pentito, Vincenzo Sinacori, che ha condiviso con il boss di Castelvetrano la latitanza tra il settembre del ’95 e l’aprile del ‘96. Sinacori rivelò il particolare della miopia, e che Messina Denaro si sarebbe dovuto recare in Spagna, e che nel gennaio del 1994, infatti, si presentò con il nome “Matteo Messina” alla clinica oculistica “Barraquer” a Barcellona per una visita agli occhi. Nonostante lo stato di latitanza, il capomafia non ebbe difficoltà nel sottoporsi al controllo. Ebbene, a fronte di tutto ciò ecco perché, forse, appena si è diffusa la notizia di un paziente originario di Castelvetrano in un ospedale di Messina, al Centro Neurolesi “Bonino Pulejo”, si è subito paventato se non creduto che si trattasse di Matteo Messina Denaro, tanto che si è scomodato il procuratore capo della città dello Stretto, Maurizio De Lucia, il quale ha subito predisposto i controlli. I Carabinieri sono irrotti nella stanza dove da un mese, dopo un ictus, è ricoverato per la riabilitazione l’uomo di Castelvetrano. Esito negativo. Non è lui. Tanto clamore, sì, ma non è lui.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)