Al Consorzio Universitario di Agrigento la Guardia di Finanza ha sequestrato parecchia documentazione a testimonianza di presunte “spese pazze” sostenute dall’ex presidente del Consorzio, il maltese Joseph Mifsud, in carica tra il 2009 e il 2012. Il sequestro comprende documenti, bollette telefoniche, biglietti aerei, bolle di acquisto di telefoni cellulari e tanto altro da cui emergerebbero ripetuti viaggi in Russia, Malta, Stati Uniti, Inghilterra, Libia, Libano, Siria e Bulgaria, quasi sempre accompagnato da sconosciute giovani donne dell’Est, e poi l’acquisto di telefoni Blackberry, e bollette telefoniche anche da 4mila euro al mese.
Joseph Mifsud è al momento irreperibile, sebbene ricercato in tutto il pianeta perchè già coinvolto nel 2016 nel Russiagate e adesso nella contro-inchiesta condotta da Trump contro il Russiagate.
Le indagini relative alla gestione del Consorzio universitario di Agrigento sono state intraprese a seguito di una circostanziata denuncia presentata dall’attuale presidente del Consorzio, Giovanni Di Maida, che all’AdnKronos ha affermato: “Mifsud ha lasciato un buco enorme nelle casse del Consorzio e ha creato danni anche all’organizzazione didattica, con un deficit finanziario da 1,5 milioni di euro. Mentre le spese ‘pazze’ contestate supererebbero i 100mila euro, forse 200mila euro. Andando a controllare le carte sulle spese affrontate da Mifsud mentre era ad Agrigento, ci siamo accorti che erano state sostenute spese assurde. A partire dalle bollette telefoniche, dai 3 agli oltre 4mila euro al mese, e sono tutte telefonate fatte a paesi esteri che non hanno nulla a che vedere con l’Università. Ma soprattutto in Russia, con cui questo ateneo non ha alcun legame. Così come le telefonate fatte in Libia, in Siria o in Libano. Noi abbiamo pensato che fossero stati avviati dei contatti o delle partnership con le Università di quei paesi, ma non è avvenuto niente di tutto ciò. E’ davvero incredibile. Poi c’è il mistero dei Blackberry. Cinque cellulari acquistati sempre con i soldi dell’Università e che poi sono spariti. Man mano che li usava poi sparivano. C’è un acquisto fatto in un negozio di intimo, e un altro in un negozio di giocattoli. Sempre con la carta di credito dell’Università. E poi i numerosi biglietti aerei, anche con ‘signore dell’Est’ che nulla c’entravano con l’Università. E quando è stato chiesto al professor Mifsud perché avesse la necessità di farsi accompagnare da queste donne rispondeva che erano ‘assistenti’. Strano, nessuno le ha mai viste queste assistenti… Non solo. Non c’è una sola relazione che accompagnasse i viaggi misteriosi fatti da Mifsud in quegli anni in paesi come la Siria o la Russia o il Libano, o l’Inghilterra o gli Stati Uniti. Niente. Nemmeno una. Io non ha mai speso un euro di telefonate perché uso il mio telefono personale e non chiamo la Russia o in Siria… né vado in quei paesi a spese dell’università. Abbiamo trovato quel buco enorme e quindi ci siamo dovuti rimboccare le maniche. Noi per primi, del Cda, abbiamo rinunciato alle nostre indennità, cercando di rimettere i conti in sesto, almeno un po’. Mifsud aveva anche eliminato le borse di studio per gli studenti meritevoli. Ricordo che c’era un padre disperato perché nonostante la figlia fosse una studentessa modello, non riusciva a farle frequentare l’Università perché non c’era più la borsa di studio. Io ero mortificato. Il minimo che potessimo fare era eliminare le nostre indennità, con qualche sacrificio per le nostre famiglie. Sono 1.300 gli studenti del Consorzio e una ottantina i docenti. Adesso la situazione finanziaria si è sistemata ma solo dopo tanti sforzi. Mifsud ha creato un danno enorme al nostro Consorzio”.