Il Consiglio dei ministri scioglie per infiltrazioni criminali il Comune palermitano di Mezzojuso, alla ribalta per il caso delle sorelle Napoli vessate dalla “mafia dei pascoli”.
Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’Interno, ha sciolto il consiglio comunale di Mezzojuso, in provincia di Palermo. Il provvedimento è frutto di accertati condizionamenti da parte delle locali organizzazioni criminali. E’ dunque applicato l’articolo 143 del Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti locali: il governo Conte ha deliberato lo scioglimento per 18 mesi del Consiglio comunale di Mezzojuso e il contestuale affidamento dell’amministrazione del Comune ad una Commissione prefettizia.
Dopo il caso delle intimidazioni alle sorelle Irene, Ina e Anna Napoli, imprenditrici agricole tormentate dal ricatto e dalla prepotenza della cosiddetta “mafia dei pascoli”, che vorrebbe appropriarsi delle loro terre, e ha scatenato una raffica di atti vandalici e attentati, lo scorso giugno il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, sollecitato dalla prefetto di Palermo, Antonella De Miro, ha inviato gli ispettori del ministero a Mezzojuso. E adesso, concluse le ispezioni, è stato accertato il rischio di infiltrazioni delinquenziali nel Municipio: “Tutti a casa, sindaco, assessori e consiglieri”.
Una delle sorelle vessate dalla mafia, Irene Napoli, commenta: “Siamo soddisfatte della decisione del Consiglio dei ministri che costituisce un ulteriore riscontro su quanto noi abbiamo già denunciato e quanto noi abbiamo subito e che continuiamo ancora a subire”. E il difensore delle sorelle Napoli, l’avvocato Giorgio Bisagna, aggiunge: “Prendo atto della decisione del Consiglio dei ministri, che ha rilevato il contesto sociale in cui sono maturati i ripetuti episodi criminosi a danno delle mie assistite. E al contempo esprimo la mia forte preoccupazione in quanto tali episodi criminosi continuano a ripetersi, e auspico che a questo punto siano adottate misure incisive per la protezione delle mie clienti”.
Annuncia invece ricorso contro il provvedimento di Roma il sindaco di Mezzojuso, Salvatore Giardina, che dichiara: “Mi riservo di conoscere i contenuti della relazione e le motivazioni che hanno portato a una tale decisione, e valutare successivamente il da farsi. Voglio rassicurare i cittadini di Mezzojuso perché restino fiduciosi nelle Istituzioni, sicuro che il nostro ordinamento legislativo garantisce strumenti e rimedi adeguati a far valere le nostre ragioni nelle sedi opportune. Ringrazio gli assessori e i consiglieri comunali ai quali non posso che confermare la fiducia che ho sempre in loro riposto per aver continuato ad amministrare questo comune, nonostante la denigratoria campagna mediatica della quale siamo stati oggetto, nell’esclusivo interesse dei cittadini di Mezzojuso. Se avessi avuto un qualsiasi motivo per ritenere di non aver svolto il mio compito in maniera assolutamente rispettosa delle leggi e delle istituzioni, non avrei esitato un attimo a dimettermi. E’ doveroso, in questo momento, avere il dovuto riguardo e rispetto della deliberazione assunta dal Governo”.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)