Le dichiarazioni a sommarie informazioni testimoniali rese dal presidente dell’Assemblea Regionale, Gianfranco Miccichè, nell’ambito dell’inchiesta “Nicastri – Arata”.
Oltre l’assessore regionale a Territorio e Ambiente, Toto Cordaro, anche il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, e coordinatore di Forza Italia in Sicilia, Gianfranco Miccichè, è stato ascoltato a sommarie informazioni testimoniali dai magistrati della Procura di Palermo titolari dell’inchiesta, e adesso impegnati nel processo, a carico dell’imprenditore, già parlamentare di Forza Italia, Paolo Arata, di suo figlio Francesco, e di due dipendenti della Regione, Alberto Tinnirello e Giacomo Causarano, imputati, insieme a Vito Nicastri e al figlio Manlio, che hanno già patteggiato la condanna, di corruzione e altre ipotesi di reato in riferimento a presunte pressioni e tangenti pagate per ottenere l’autorizzazione alla costruzione di due impianti di biometano a Francofonte nel Siracusano e a Gallitello nel Trapanese. Ebbene, dagli atti depositati emerge che Gianfranco Miccichè ha dichiarato: “Sì, Paolo Arata si è rivolto a me. Era normale che avvenisse visto che è stato mio collega parlamentare, credo nella legislatura del 1994. L’ho incontrato di recente tramite Alberto Dell’Utri, fratello di Marcello. Alberto mi chiese di incontrare Paolo Arata, ma non mi specificò il motivo, né io lo chiesi. Poi Arata mi chiamò al telefono e io gli diedi un appuntamento. Il primo incontro si è svolto il 13 febbraio 2018 alle 13:30 negli uffici della presidenza della Regione… incontrai sia Paolo che il figlio Francesco. Mi parlarono di una pratica pendente all’assessorato all’Energia e mi chiesero di velocizzare l’iter burocratico. Io gli dissi che gli avrei fatto sapere e chiesi alla mia segretaria di organizzare un incontro tra Francesco Arata e Pierobon, assessore all’Energia competente. Il 17 maggio del 2018 andando a visitare l’assessorato all’Energia per puro caso incontrai Paolo Arata, certamente in compagnia di qualcuno… forse in compagnia di Salvatore Cocina, uno dei direttori generali dell’assessorato, ma non ne sono sicuro… in quella occasione credo mi limitai ad un semplice saluto con Arata. Poi nel luglio del 2018 incontrai nuovamente Francesco Arata che mi disse che il problema burocratico era in quel momento presso l’assessorato alle Attività produttive. Il giorno successivo organizzai un incontro tra Francesco Arata e l’assessore Mimmo Turano… in quell’occasione mi limitai a presenziare per alcuni momenti ma poi i due continuarono a discutere tra di loro. L’incontro fu nella mia stanza perché mi sembrò cortese ospitarli visto che c’erano in corso i lavori dell’Assemblea”. Poi a domanda se fosse a conoscenza che dietro agli affari degli Arata vi fosse il “re dell’eolico” già inquisito, Vito Nicastri, lui, Gianfranco Miccichè, ha risposto: “Non ho mai espresso agli Arata giudizi sulla presenza o meno di Nicastri, del quale non so nulla… dopo che Francesco Arata andò via, l’assessore Turano, anche se non ricordo bene le parole che utilizzò, mi fece capire che dietro a questa pratica ci potesse essere qualcosa di illecito e mi fece capire che era meglio che non me ne occupassi più. Escludo che sia mai stato fatto in mia presenza il nome di Nicastri. E non ho mai coinvolto Salvatore Cocina né mai l’ho convocato nel mio ufficio”.
Angelo Ruoppolo (teleacras)