L’Associazione Fijet (Federazione internazionale giornalisti e scrittori del turismo) nell’anno 2019 (20/25 ottobre) ha organizzato il 65° Congresso in Grecia, esattamente nell’isola di RODI.
Chi conosce, oppure è nato ad Agrigento, potrà certamente comprendere l’esplosione di gioia che mi pervase nell’apprendere che il suddetto congresso si sarebbe svolto a Rodi.
Il motivo è facilmente comprensibile: nel VI secolo a.C. una colonia di rodioti o rodiesi, unitamente ai cretesi, partì dall’isola di Rodi per stabilirsi in Sicilia, precisamente nelle coste meridionali della Sicilia orientale, ove fondò la città di Gela.
Circa un secolo dopo, a seguito di lotte intestine, un piccolo gruppo di rodiesi ritenne di doversi staccare dalla colonia di Gela e partì verso le coste meridionali della Sicilia occidentale ove, nel 583 a.C., fondò una nuova città: AKRAGAS, oggi Agrigento.
Nonostante il mio peregrinare per l’Europa la Grecia non era stata oggetto di una mia visita.
Capirete pertanto che andare in Grecia e proprio a Rodi ha avuto su di me, immediatamente, un effetto pari all’ebrezza causata da una birra fresca in estate!!
L’apertura del 65° Congresso si svolgeva presso l’AKTI IMPERIAL Hotel di Rodi, ove erano ospitati anche tutti i congressisti. Un Hotel che merita senz’altro tutte le stelle attribuite. Servizi eccellenti, ristorazione perfetta e direi di pantagruelica memoria!
Rodi è famosa come “L’Isola del Sole” oppure come la “Perla del Mediterraneo”. Le sue diverse anime si intersecano tra loro, si fondono in un “unicum” perfetto, rendendola ancora più affascinante all’occhio dello straniero, specie per colui il quale vi mette piede per la prima volta.
La sua posizione geografica: il clima mite, il sole, il mare che hanno reso il terreno assai fertile, hanno fatto si che l’Isola richiamasse, nell’antichità, parecchi popoli che, a volte, erano solo commercianti e visitatori, altre colonizzatori o nemici che man mano si trasformarono in popoli stanziali.
Cosicché l’intenso commercio, le colture, il buon carattere degli abitanti, resero l’isola assai fiorente assicurando, per lunghi anni, il benessere degli abitanti dell’intera isola.
Le sue bellezze raccontano di una storia trimillenaria, crocevia ed intersecazione di mondi tanto diversi tra loro quanto simili per cultura, scienza e arte.
Rodi fu palcoscenico di varie dominazioni dai romani ai bizantini, dalla Repubblica di Genova ai Cavalieri Ospitalieri, noti come Cavalieri di Rodi, divenuti Cavalieri di Malta, dopo la cacciata dall’isola per mano di Solimano.
Essi furono i veri Governanti dell’isola dal 1309 al 1480, quando dovettero cedere al potere ottomano, che rimase nell’isola per ben 4 secoli. Nel 1912 Rodi venne assegnata, come Provincia, all’Italia fino alla fine della seconda guerra mondiale quando fu restituita alla Grecia. |
Bisogna evidenziare che durante il dominio italiano la Provincia di Rodi fu affidata a Mario Lago. Egli riuscì nell’intento di far convivere pacificamente le diverse etnie esistenti nell’Isola e ne fece rifiorire l’arte e la cultura. Provvide infatti a far restaurare numerose opere monumentali, fece costruire importanti infra-strutture: scuole, strade, ospedali, etc…
Famosa per il COLOSSO DI RODI (le guide ci hanno raccontato forse mai esistito) sa benissimo fare a meno di esso.
I “visitatori” e i “dominatori” hanno lasciato segni indelebili, magnificamente custoditi in tutta l’isola.
Ma essi non restano ruderi statici, memorie inerti di antiche civiltà, bensì si fondono magistralmente con le bellezze naturali e naturalistiche, col mare azzurro e limpido, con la vegetazione mediterranea, con ulivi secolari, le viti, piatti assai invitanti che si confondono con i profumi intensi dei fiori, ma anche con gli odori a volte molto forti ed aspri dei vini locali, della bevanda locale “Ouzu” (una specie di grappa italiana all’anice) molto gradevole. Per le strade odore di frittura di pesce, profumi dell’intenso sapore e della copiosità dei piatti tipici della Grecia, simili per abbondanza e laboriosità a quelli della cucina meridionale italiana. Soffermandoti per le vie della vecchia Rodi ti accorgi che dai numerosi caffè e ristoranti fuoriesco- no profumi che ti immergono nel dolce ricordo della tua terra. Odore di melanzane fritte, di pesce cucinato in ogni modo, di olive nere tipiche del posto, di formaggi dal sapore intenso, di caffè forte (come piace agli italiani) di moussaka, non quella rivisitata all’europea, ma quella originale: abbondante, grassa, pesante, maestosa, ma indimenticabile!
Le sue bellezze naturali e quelle archeologiche hanno fatto si che l’UNESCO l’abbia nominata Monumento Mondiale di Eredità Culturale.
Ad un primo impatto ti sembra che Rodi nulla abbia di particolare: una città mediterranea come tante, fitta di grandi Resort, Hotel di lusso, negozi alla moda, gioiellerie, poi ti addentri nel cuore della città medioevale che nulla ha di ostico o di statico e cambi opinione.
Infatti, entrando nella città “Medioevale” si ha l’impressione di oscillare nel tempo.
Le civiltà degli antichi visitatori o colonizzatori, si intersecano amabilmente con i segni della civiltà moderna che incontrano Il gusto estetico dei rodiesi.
Questo gusto si nota dovunque: negli oggetti popolari, nell’architettura contemporanea delle abitazioni, che hanno elementi delle diverse civiltà che l’hanno attraversata.
Le mura possenti ed integre della città medioevale, lastricate di storia in ogni dove, rendono questo angolo di Grecia un vero Paradiso.
Oltre il Castello vi è l’antico Ospedale dei Cavalieri che oggi ospita il Museo Archeologico di Rodi.
All’interno del museo è custodito un notevole patrimonio di sculture e altre opere d’arte, tra le quali spicca la statua di “Afrodite che esce dal bagno” nuda, inginocchiata nell’atto di lavarsi i capelli.
Una scultura alta appena 50 cm., datata I sec a. C., che colpisce per la raffinatezza dei lineamenti del viso, la perfezione del corpo e le movenze dello stesso.
Sempre nel museo troneggia una copia della statua del Laocoonte, stretto nella morsa mortale di due serpenti insieme ai 2 figli. L’originale si trova a Roma nei Musei Vaticani ed è annoverato tra i più grandi capolavori dell’arte greca. All’imbrunire volgi lo sguardo verso il “sontuoso” tramonto e improvvisamente e, inaspettatamente, sei avvolto da una dolce “nenia” che ti inonda, ti entra dalle orecchie, ti inebria, ti pervade tutto, ti scivola deliziosamente e garbatamente nel corpo e nella mente. La nenia proviene dal lontano profilo di una bellissima Moschea, una voce melodiosa, quella del Muezzin, chiama in preghiera i suoi accoliti. Una nenia dolce che ti scalda il cuore e ti rimanda alle tue origini che sanno anch’esse di profumi aspri e dolci: profumi di gelsomini arabi, di zagare, di arance e mandarini. |
Il clima rumoroso, festoso, chiassoso, colorato riportano alla mente Palermo e i suoi mercati della “Vucciria”, ricordata in un suo dipinto dal maestro Guttuso, ma anche il mercato spagnolo della Boqueria a Barcellona. Come dire: “Siamo tutti fratelli. Non ci sono muri o differenze se non nelle nostre menti!”
Lindos, in particolare, ha scoccato una freccia nei cuori dei congressisti.
Una piccola cittadina composta da case tutte bianche, decorate con bassorilievi e elementi decorativi di influenze sia orientali che occidentali. Buganvillee ovunque, fiori sparsi per i vicoli e nei cortili, che incantano per sobrietà, semplicità e purezza dello stile. La cittadina vanta un sito archeologico posto su una altura a circa 120 mt di altezza sopra il livello del mare. A tale sito si giunge scalando una gradinata ripida e scoscesa di più di 300 scalini. La via alternativa è solo a dorso di asinelli. Giunti in cima, tutt’intorno all’Acropoli, si erge possente una muraglia eretta dai Cavalieri, forse a guardia dell’Acropoli stessa. Su una larga spianata sorge il tempio di “Atena Lindia”. Il tempio è una piccola anastilosi con poche colonne, lunga appena 22 metri e larga circa 8 metri. |
Da lassù si gode una vista eccezionale su un mare cristallino, di un azzurro intenso e invitante.Dall’Akropoli sono visibili anche il piccolo porto di San Paolo e i resti di un antico teatro.
I costumi dell’isola di Rodi richiamano, ovviamente, quelli della terraferma. Fantasmagorici ricami coprono interamente i vestiti delle donne; bianchi e neri, quasi sempre, quelli degli uomini. Colpisce anche nei costumi un eccezionale amalgama di influssi ottomani e greci. Abbiamo conosciuto anche i costumi rodiesi perché il Congresso ci ha viziati, deliziandoci con esibizioni di canti e balli tradizionali quasi ogni sera. Non ultimo lo spettacolo di cui abbiamo goduto l’ultima sera di permanenza a Rodi. danzatori, in quell’occasione, hanno coinvolto e trascinato i congressisti in un vorticoso Sirtaki. |
Degna e divertente conclusione di un soggiorno emozionante, che ti fa rimanere melanconico a lungo e vorresti tornare subito a Rodi per vedere ciò che non hai potuto vedere e gustare meglio ciò che hai già visto. Pensi che la natura qui è stata generosa e benigna, ma i rodiesi dal canto loro hanno dimostrato di essere un popolo civile e pacifico che sa mantenere vive le tradizioni pur non abbandonando il progredire del tempo.
Maria Angela Arancio
COMPLIMENTI PER L’ARTICOLO INTERESSANTE E BEN SCRITTO.MI VIENE VOGLIA DI RITORNARE A RODI
grazie margherita detto da lei è un bel complimento.
e………………….dopo aver visto il Partenone e RODI non ho voglia d’altro.Scherzo non sono mai sazia di arte.L’archeologia continua a emozionarmi e spesso mi commuove.Il mio sogno vedere Petra ma…………..per il momento non mi pare che i venti siano favorevoli
A me dopo Rodi ….. mi viene voglia di ripartire IMMEDIATAMENTE! I miei sogni da bambina, ma pensavo di non poterci mai arrivare, erano La Russia (fatto), Cuba (fatto),Atene (deludente, ma fatto). Il sogno più grande erano però le piramidi egizie e sarà fatto quest’estate (speriamoooo!). Le piramidi di Machu Pichu in Perù. Viaggio difficoltoso, ma prima di morire voglio andarci.
Il racconto di una viaggiatrice entusiasta riesce a trasmettere il desiderio di visitare l’isola!!!
Complimenti! Nelle tue parole si legge il forte impegno nel descrivere uno dei tuoi viaggi che tanto ti ha affascinato. Ottimo diario in cui hai reso tante notizie che inquadrano un periodo storico. che pure interessa la nostra Agrigento. Molto agile e suggestivo il tuo cammino tra gli odori e i sapori della tradizione locale. E’ stato un piacere leggerti.
Patrizia e Franco Grazie !!
Come sempre gentili , cortesi, avete voluto coccolarmi con le Vostre gentilissime parole. Mi avete commosso.. dal canto mio vi dico che ho descritto ciò che ho visto e sentito , non ho scopiazzato a destra e a manca, ho postato le foto che ho scattato io,ho solo cercato su libri ed enciclopedie notizie storiche, senza dilungarmi per non annoiare il lettore.Cmq Rodi è veramente bellissima!! Buonanotte. Un bacio.
Non sono stata mai a Rodi. Questo articolo mi ha regalato un viaggio virtuale, la descrizione così dettagliata dei posti e soprattutto delle emozioni provate ed asprezze in questo articolo, mi ha fatto sentire per un momento sul posto, ma soprattutto ha suscitato in me la voglia di conoscere quest’isola. Ho visitato già delle altre isole greche ma Rodi ancora no. Sono molto curiosa di conoscerla. Complimenti Mariangela per questo viaggio emotivo che mi hai donato attraverso il tuo articolo!
GRAZIE SUSI, cuore di sorellina!!!
Non sono mai stata a Rodi ma dopo aver letto l’articolo mi viene voglia di partire subito e visitare tutti i posti che hai descritto minuziosamente.
Complimenti, davvero molto piacevole leggere questo articolo
GEAZIE
Più leggevo e più mi veniva voglia di proseguire incuriosita dalla meraviglia del luogo che accuratamente e in maniera chiara ed esaustiva hai descritto. Mi sono ritrovata immersa in quei paesaggi nonostante fisicamente fossi, ahimé, solo davanti ad uno schermo e ad una tastiera. Complimenti!