Il caso di Palermo, purtroppo, può alimentare le già innumerevoli perplessità che ognuno di noi s’è posto in questi giorni per come affrontare eventuali azioni difensive, soprattutto dal punto di vista sanitario, se ci si trova dinnanzi ad un “incontro ravvicinato” con il coronavirus.
Senza creare alcun allarmismo, è doveroso comunque da parte nostra, evidenziare come non tutti siamo pronti ad affrontare una eventuale emergenza che colpisce le nostri parti geografiche.
Ieri abbiamo ascoltato le parole quasi tranquillizzanti da parte dei vertici sanitari dell’Asp di Agrigento, il direttore generale Alessandro Mazara e il direttore sanitario Gaetano Mancuso i quali, sostanzialmente e nonostante la repentina diffusione del virus nella nostra Nazione, hanno esternato un certo ottimismo su come affrontare eventualmente l’emergenza ad Agrigento.
I dati che arrivano dall’ospedale San Giovanni di Dio, però, non solo per niente confortanti. Non vogliamo dilungarci a raccontare cosa accade; partendo dal presupposto che già al San Giovanni di Dio manca un reparto di malattie infettive (i già passati direttori generali dovrebbero spiegarci il perché, visto che dopo la morte di Loredana, adesso tutti vogliono eroicamente e stoicamente correre ai ripari) ma è giusto ricordare (perché loro già lo sanno) che in ospedale mancano persino le mascherine professionali antivirus, cioè quelle con protezione dal coronavirus con filtro FFP2 o FFP3. Di queste maschere nemmeno l’ombra.
Sempre in casi sospetti il personale sanitario deve (non dovrebbe) indossare adeguato DPI (dispositivo di protezione individuale) che consiste in filtranti respiratori, la protezione facciale, la tuta protettiva, i doppi guanti non sterili e la protezione per gli occhi.
Chiedano, i direttori dell’Asp ai medici del pronto soccorso, di quante tute scafandrate sono in possesso e di quante, invece, dovrebbero essercene.
Non solo; al pronto soccorso la situazione è devastante. Quando arriva un paziente con sintomi febbrili viene accompagnato da almeno dieci familiari. Ovvio che in questi casi la direzione sanitaria non c’entra nulla, ma non si può sottacere lo stato di grave disagio a cui sono sottoposti i medici del pronto soccorso.
I rimedi? Non certo dobbiamo trovarli noi, che abbiamo il compito di informare; sicuramente i preposti, Mazara e Mancuso, hanno il dovere di provvedere immediatamente per affrontare almeno questi casi, diciamo….di prima necessità.
Occorrerebbe, ad esempio, un presidio delle Forze dell’Ordine per fronteggiare i familiari che assaltano, oltre al malato, il pronto soccorso; immaginate quei poveri cristi dei medici, già in perenne crisi durante la “normalità delle cose”, contrastare anche la psicosi dei familiari i quali temono che il proprio congiunto sia affetto da coronavirus.
Riepilogando: stiamo calmi, se possiamo. Tutti! Non permettiamo che la psicosi frenetica prenda il sopravvento su tutto, altrimenti qui diventa tutto un inferno.
Lo ribadiamo ancora una volta. Comprendiamo bene che creare allarmismi inutili non giova a nessuno, ma è altrettanto vero come, al contrario, è piuttosto antipatico vedere i vertici generali dell’Asp confortare e tranquillizzare la popolazione agrigentina quando, loro per primi, sanno che al nosocomio agrigentino mancano persino le mascherine…
Caro Direttore, proprio ieri, nella doppia qualità di operatore della sanità e di genitore, ho lanciato un appello a tutti gli studenti universitari, ivi compreso mio figlio, affinché non rientrino in Sicilia. Ciò essenzialmente per due principali motivi : con alcune banali norme igieniche, lavarsi bene e frequentemente le mani ed evitare i luoghi affollati, non correrebbero un rischio maggiore di contagio rispetto a quello cui sarebbero esposti in Sicilia; in secondo luogo, perché il sistema sanitario delle regioni ove è presente l’ endemia di Covid 19 è di gran lunga più preparato ed efficiente del sistema sanitario della Sicilia che, fatta qualche rara eccezione, è stato costruito, dalla politica che la governa, non per fornire buone prestazioni sanitarie ma bensì per conseguire consenso elettorale.
Come disse il comandante state tranquilli stiamo solo precipitando!
L’importante è che si risparmia sulla sanità e che abbiamo incarichi politici dati spesso ad incompetenti..manager
Vergognoso l’ospedale di Agrigento mai disinfestazione in sale operatorie e rianimazione.la lurdia ovunque…..virus e batteri che giocano a carte ….e una interminabile fila di amici parenti che si precipita NEI reparti portando virus ed infezione…….l’ospedale di Agrigento ….è questo.
ma chi sono questi dottori che danno questa fiducia ?
Schettino docet.
Se tutto va bene semmu rovinati figuratevi siddu va mali
Beh se ad Agrigento nel 2020 si muore di malaria …… Con il Corona virus siamo a posto
Ma chi sono questi direttori?
Quali competenze hanno?
L’unica motivazione delle loro nomine è la loro appartenenza politica!
Vergogna!