Un impoverimento esponenziale, con attivita’ di piccolo e medie imprese, di svariati settori, già chiuse ancor prima di ripartire, con persone disperate, che chiedono prestiti, spesso negati dalle banche, con scuse più o meno plausibili. Abbiamo visto osservato e plaudito, persone ed enti che hanno raccolto denaro, per regalare agli ospedali attrezzature necessarie in una sanità impoverita e distrutta ogni anno sempre di piu dalla politica. Con la mensa della solidarietà, che in ogni paese ha visto raddoppiare e qualche giorno triplicare le presenze di chi aspetta un pasto caldo.
Si è visto distribuire dalla croce rossa derrate alimentari a povera gente. Come altri cittadini hanno protestato davanti ai comuni per chiedere aiuti, sostegno economico e sospensione di tasse e balzelli comunali. Si è assistito a situazioni di sciacallaggio in qualche supermercato ed anche in qualche farmacia con speculari variazioni dei prezzi di alimentari, mascherine, disinfettanti, in barba alle povertà e al bisogno della gente.
Insomma un quadro sociale allarmante e desolante con a rischio il quieto vivere e l’ordine pubblico.
Siamo stati in questo periodo contingentati in una economia paragonabile a quella ereditata dal dopo Guerra. In tale scenario preoccupante per tutti, non abbiamo ne visto, ne sentito nessun comune della nostra provincia, ad eccezione di qualche buon esempio di sporadici amministratori che da samaritani, a carattere personale, hanno fatto qualche donazione.
Per il resto, i cittadini avrebbero atteso sindaci, giunte e consigli comunali, pronti a devolvere parte dei loro appannaggi al settore solidarietà sociale di ciascun comune, da distribuire ai poveri ed alla mensa della solidarietà, tenendo conto ed in funzione del fatto che, a causa della pandemia, enti locali e comuni per tre mesi non hanno lavorato ne svolto alcuna attività politica.
Non è affatto superfluo ricordare che l’amministratore comunale è eletto da quel popolo per il quale oggi, in una situazione economica gravissima, scarseggiano e ritardano risorse e si negano diritti essenziali e aiuti di varia natura.
In questo momento particolare sindaci, assessori, consiglieri comunali più che di proclami buoni per fare notizia dovrebbero nell’esercizio dell’azione politica, far sentire al governo nazionale e regionale ed al parlamento la propria voce, in rappresentanza di operatori economici, imprenditori, albergatori, lavoratori, disoccupati, anche in ordine ai vari provvedimenti di carattere normativo, economico, assistenziale emanati, , circa il deserto assoluto in cui è caduta l’economia provinciale comunale a causa del fermo delle maggiori attività produttive ed economiche.
Sono quegli amministratori che hanno chiesto ed ottenuto il consenso elettorale ed eletti proprio da chi oggi vive momenti gravissima indigenza e difficoltà. Purtroppo tornacontismo, qualunquismo e calcolo politico denotano un degrado in primo luogo etico.
I cittadini ci chiedono di fare ancora una volta un appello per sensibilizzare ed esortare le amministrazioni della nostra provincia di Agrigento affinchè dimostrino maggiore vicinanza e concreta solidarietà nei confronti delle popolazioni da essi amministrate soprattutto di quella folta schiera di cittadini deboli e bisognosi.