“Ritengo che andremo sempre di più verso una società populista, che urla più che ragionare. In questo periodo di resilienza abbiamo visto che il cattivismo, documentato dall’Istat nell’era pre-Covid 19, non si è fermato. Non è facile essere ottimisti. Troppi egoismi, soluzionismi, arrivismi, protagonismi. Troppi ismi. Poca solidarietà e poco rispetto degli altri. Spesso è la politica dei sondaggi e dei video sui social ad alimentare tutto. Non è un buon esempio”.
Lo ha dichiarato il professor Francesco Pira, sociologo e docente di comunicazione all’Università di Messina, in un’intervista rilasciata al giornalista Tiziano Zaccaria del settimanale “Viversani e Belli” a pagina 16 in un’ampia inchiesta intitolata “Quale sarà il nostro futuro? “ dopo l’emergenza Covid 19.
Alla domanda del giornalista Zaccaria se sarà una società più rinchiusa in casa, con smartworking ed e-commerce l’esperto ha risposto: “Sarà una società costretta a cambiare pelle, provata psicologicamente e economicamente. Una società piena di paura. Si è passati dall’infodemia alla psicodemia. Dall’invasione di notizie sul virus, vere e false, al terrore per il contagio. Poi la paura di rimanere senza lavoro o la certezza di perderlo. Tutti ci siamo tuffati nell’uso dei nuovi media. La tecnologia della sopravvivenza ci ha permesso di lavorare e di fare acquisti on line. Sarà difficile tornare indietro”.
Secondo il sociologo cresceranno gli interessi per i temi ambientalisti: “Se ripenso alle parole scritte da Papa Francesco nell’enciclica Laudato Sii, già da allora dovevamo cambiare le nostre abitudini e il rapporto con tutto quello che ci circonda. Ma privilegiamo il vantaggio momentaneo rispetto alla certezza di un pianeta più sostenibile. Covid 19 ha fermato la marcia inarrestabile di Greta e dei suoi valori. Marcia – ha concluso il professor Pira- che prosegue sulla rete, ma non con la stessa efficacia. Singolare che dei ragazzi facciano lezione di sostenibilità agli adulti, incapaci di costruire per loro un mondo migliore ”.