Sembra essere fuori pericolo Alex Zanardi.
Non è in pericolo di vita.
Così recita il bollettino clinico dopo la seconda notte nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Siena dove è ricoverato a seguito di un incidente che l’ha visto coinvolto durante una gara di handbike. Ancora non è facile neanche per i medici stabilire quali saranno i danni neurologici permanenti che coinvolgeranno il campione dell’automobilismo che da anni viveva senza le gambe a causa di un altro incidente avvenuto durante una gara di campionato Cart il 15 settembre del 2001. Forse perderà la vista, forse, ma è ancora tutto da stabilire. Le condizioni nelle quali è arrivato in ospedale erano gravissime, con un trauma facciale importante, con fratture del cranio e del volto di notevole entità. Resta dunque stabile, ventilato artificialmente, Alex Zanardi e i medici incominciano ad esprimersi circa il suo futuro: si salverà, non è in pericolo di vita e questo conforta un po’ tutti.
Zanardi è da sempre il simbolo del coraggio, della ripresa, dell’energia vitale che pervade chi decide di non arrendersi, di reinventarsi un futuro, di mettere da parte il dispiacere per ciò che si è perso e di ricominciare da quel che ancora si ha. Sorride anche con gli occhi, Alex, quegli occhi di chi divora la vita ed è capace di affrontare qualunque uragano.
Ed intanto il camionista alla guida del mezzo contro cui l’atleta si è schiantato è disperato e non si da pace: “me lo sono trovato davanti, ho sterzato, ma l’impatto è stato inevitabile”.
Quella parola “inevitabile”, che risuona forte nella testa di tutti.
E’ stato davvero inevitabile? Il camionista ha fatto il suo, e comunque saranno le indagini sul caso a chiarire ogni dubbio in merito all’incidente.
E’ chiaro che Alex Zanardi ha invaso l’altra corsia.
Ma perché?
Intanto la gara di handbike si è tenuta su una strada provinciale, la 146 tra Pienza e San Quirico d’Ocia, che non era stata chiusa al traffico per la manifestazione sportiva. Il sindaco di Pienza dichiara di non aver saputo nulla in merito, ed ci si chiede come si faccia ad organizzare una corsa su una provinciale senza comunicazione ufficiale al Sindaco, al Questore, al Prefetto. Perché se è vero che se l’evento si svolte in un posto più piccolo basta il permesso del primo cittadino, l’entità della gara sportiva richiedeva la comunicazione alle autorità di cui sopra.
Si trattava della staffetta tricolore di Obiettivo tre, viaggio che attraverso tutta l’Italia, che fa diverse tappe e che si sarebbe dovuta concludere in Puglia. E’ una competizione che vede tra i partecipanti atleti paralimpici in handbike, bici o carrozzina olimpica, ma anche generici appassionati di ciclismo o sportivi che via via si potevano accodare al gruppo. Assurdo dunque che si potesse darne notizia solo attraverso le pagine Facebook. Sembrerebbe invece che gli organizzatori l’abbiano definita “una scampagnata tra amici” e non una gara vera e propria. Fatto sta che la “scampagnata” è costata tanto, forse troppo.
Ma dalle indagini che continuano, sulla vicenda nella quale è rimasto gravemente ferito Zanardi, emerge un’altra grave verità. La procura di Siena che indaga sulla corsa, ha acquisito un video dal quale si evincerebbe che a causare la perdita di controllo del mezzo sia stata una leggerezza dello stesso Zanardi che a quanto pare stava riprendendo il panorama con il telefonino, così come testimoniato anche da un ciclista che correva la fianco di Zanardi: “stava filmando il panorama, non si è accorto di aver invaso l’altra corsia” – avrebbe detto.
Una imprudenza, dunque, che sarebbe stata fatale.
Una serie di leggerezze, che hanno provocato una situazione gravissima, che in queste ore tiene lo sportivo in bilico su un futuro drammatico, tutti con il fiato sospeso, mentre ancora sono da chiarire un bel po’ di responsabilità.
Simona Stammelluti