Da oggi lunedì 29 giugno in ufficio il 50% dei dipendenti della Regione dopo quasi 4 mesi di smart working. Non si rinuncerà, però, al lavoro a distanza.
L’assessore regionale agli Enti Locali della Regione Sicilia, Bernardette Grasso, ha risposto prontamente alla lettera del presidente della Regione, Nello Musumeci, che l’ha invitata ad accelerare il rientro in ufficio dei dipendenti regionali a fronte delle numerose pratiche giacenti inevase. E adesso vi è un crono-programma per il riavvio dell’attività d’ufficio in presenza e non più da casa in smart working. E l’assessore Grasso spiega: “In questa fase si è lavorato ad aggiornare i documenti per la valutazione del rischio, insomma per capire se bisogna mettere ad esempio un separé nelle stanze o acquistare qualche mascherina in più. Ho detto agli assessori e ai dirigenti generali che per l’aggiornamento del documento sul rischio possono contare sul nostro supporto tecnico. Ma alcuni dipartimenti sono già pronti. Almeno il 20 per cento dei dipendenti è già in ufficio da parecchi giorni in tutti i dipartimenti. All’Agricoltura e alle Infrastrastrutture, giusto per citare due casi di cui conosco bene i contorni, sono già pronti. Per quanto riguarda il lato economico, vi è la possibilità, concessa ai dirigenti generali, di chiedere risorse all’assessorato all’Economia per i piccoli adeguamenti delle stanze, come del resto era stato chiesto nei giorni scorsi dai sindacati, tra la Funzione Pubblica di Cgil, Cisl, Uil e Siad Cisal”. Dunque, da oggi lunedì 29 giugno rientrano in ufficio il 50% dei dipendenti regionali dopo quasi 4 mesi di smart working, ovvero il lavoro agile o intelligente, che è stata un’esperienza imposta dall’emergenza covid e che (risvolto positivo della medaglia) ha rappresentato un salto in avanti verso tecniche di lavoro a distanza che difficilmente sarebbero state adottate in una situazione normale. Ecco perchè la Regione intende non rinunciare del tutto allo smart working, adottando un piano articolato per il lavoro a distanza. Ed ancora l’assessore Bernadette Grasso spiega: “Si potrebbe iniziare con il far lavorare da casa circa un quinto del personale, quello che in nessun caso ha mansioni di front office o comunque di relazione diretta con il pubblico. La sfida è quella di cambiare il sistema. Non più ‘ore di lavoro in ufficio’ ma obiettivi precisi di produzione. Quindi, un sistema nel quale non importa quando lo fai il lavoro, ma nell’arco della settimana, ad esempio, devi consegnare il lavoro assegnato. Naturalmente è una semplificazione. Il sistema va studiato, tarato, messo a punto. Può diventare produttivo”.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)