L’ex assessore regionale, adesso magistrato a Roma, Nicolò Marino, depone al processo ordinario in corso a Caltanissetta sul “sistema Montante”. I dettagli.
Al processo ordinario che si svolge innanzi al Tribunale di Caltanissetta a carico di 17 imputati nell’ambito dell’inchiesta sul cosiddetto “Sistema Montante”, ha deposto come testimone il magistrato, adesso Gip a Roma, ed ex assessore regionale nella giunta di Rosario Crocetta, Nicolò Marino. Tra quanto Marino ha dichiarato vi è anche il come Antonello Montante si sarebbe rivolto al comandante del Reparto operativo dei Carabinieri di Caltanissetta, Letterio Romeo, appena dopo il blitz cosiddetto “Doppio colpo 2”. Durante l’operazione i Carabinieri tra l’altro hanno sequestrato delle fotografie che ritraggono Antonello Montante insieme a Vincenzo Arnone, boss di Serradifalco, paese natio di Montante. E lui, Montante, così si rivolge al comandante Romeo: “Ho saputo cosa avete preso, stai attento che ti rompo i denti”. Poi Nicolò Marino prosegue la sua deposizione. Così: “Il colonnello Romeo era agitato, turbato. Montante aveva chiamato inizialmente il colonnello per congratularsi per l’operazione antimafia. Romeo percepì quella frase di Montante come una minaccia. Fece una relazione di servizio che consegnò a me personalmente, ma non da mettere agli atti del procedimento, bensì una relazione da consegnare ai suoi superiori per lasciarne una traccia. Io la consegnai al dottor Stefano Luciani”. E poi Nicolò Marino ha aggiunto: “Antonello Montante era un assiduo frequentatore degli uffici della procura di Caltanissetta. Veniva spesso sin da quando c’era il procuratore Francesco Messineo e l’aggiunto Renato Di Natale. Successivamente, quando si è insediato il procuratore Sergio Lari, Montante continua a frequentare i nostri uffici. Montante all’epoca rappresentava per tutti quella nuova visione del ruolo di Confindustria finalizzato a una gestione virtuosa dell’imprenditoria, e la sua vicinanza con i vertici delle forze dell’ordine e la magistratura era la regola. La presenza di esponenti appartenenti a Confindustria, anche in occasione di incontri istituzionali, era costante e riconosciuta. Io non ho mai avuto stima di Antonello Montante. Avevo chiaramente percepito che questa funzione che aveva assunto di tutore della legalità era inaccettabile per la magistratura. La figura di Montante era assolutamente di contrarietà e mi stupivo di come certi colleghi potessero dargli spazio. Non faccio riferimento al dottore Sergio Lari, che si era accorto di alcune di queste contraddizioni”.
Poi Nicolò Marino si sofferma sul periodo in cui è stato assessore, e racconta: “Nel periodo in cui ero assessore ero convinto che la mia nomina fosse legata a un progetto di governo in cui credevo. Avevo stima del presidente Rosario Crocetta e avevo stima di Beppe Lumia. Quell’occasione la percepii come una strada. Capii che era venuto il tempo di andare via da Caltanissetta e accettare quell’incarico. I contrasti nacquero per la gestione della discarica di Siculiana. Un giorno quando ancora ero assessore ricevetti una chiamata da Beppe Lumia che mi diceva devi venire a Palermo perché Antonello Montante e Ivan Lo Bello ti vogliono parlare. Io non andai, vennero loro. Eravamo all’hotel Excelsior di Catania. Neanche il tempo di sedermi e Montante si alza e mi dice: ‘La devi smettere di creare dossier sul mio conto. Altrimenti so io cosa fare’. A quel punto dissi che me ne andavo. Lo Bello stava zitto e Lumia cercava di placare gli animi. Montante sostanzialmente mi contestava la posizione pubblica contro Giuseppe Catanzaro che gestiva una delle più grosse discariche in Sicilia, quella di Siculiana. Catanzaro ci aveva chiesto il rilascio di un’autorizzazione per l’ampliamento della discarica ma per rilasciarla era necessario, così come previsto per legge, che venisse realizzato un impianto per il trattamento dei rifiuti”.
Poi, sui “dietro le quinte” del governo Crocetta, Nicolò Marino ricorda: “Era Beppe Lumia il ‘governatore ombra’ nella giunta Crocetta, era una presenza costante nella stanza del presidente Crocetta e riceveva anche per conto del presidente. Riceveva sempre nella stanza del presidente ed era sempre lì. Invece quella di Linda Vancheri era solo una ‘bella presenza’. Non era nemmeno capace di prendere decisioni. Ogni cosa la riferiva a Montante. Tutte le decisioni venivano discusse in giunta e c’era anche Linda Vancheri, all’epoca assessore alle Attività Produttive in rappresentanza di Confindustria, che era la referente di Montante”.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)