L’Asp di Agrigento sta cercando, al momento, di tracciare tutte le persone che abbiano avuto contatti con gli ultimi tre casi per fare in modo che possano essere sottoposti a controlli e a sorveglianza sanitaria.Tre giovani rientrati dalla vacanza a Malta, l’emigrato in Belgio tornato a Santa Elisabetta per un periodo di ferie, lo studente di San Giovanni Gemini rientrato dalla Lombardia e una donna, proveniente dalla Romania, residente a Cattolica Eraclea. Sono 6, almeno per il momento, i casi di Coronavirus presenti nell’Agrigentino. E’ guarita, ed è stata dimessa dal reparto di Malattie infettive dell’ospedale “Sant’Elia” di Caltanissetta, invece la cinquantenne romena di Ravanusa. Nella stessa unità operativa resta ricoverato solo l’emigrato che era rientrato a Santa Elisabetta. A questi contagiati si aggiungono i 4 migranti ospiti dell’hotspot di Lampedusa dove, fra l’altro, dovrebbero essercene altri sempre positivi.
Porto Empedocle è certamente la realtà in cui le preoccupazioni sono tornate a farsi forti. Ci sono, del resto, altri tre giovani – facenti parte della comitiva che è rientrata da Malta e 3 sono appunto già risultati positivi al Coronavirus – che attendono l’esito dei tamponi rino-faringei ai quali sono stati sottoposti. Il loro focolaio, fra l’altro, potrebbe essere lo stesso dei ragazzi, pure loro rientrati da Malta, di Gela dove ieri si è arrivati a tre positivi. Le suore della comunità missionaria Porta Aperta, che hanno una tenda vicino al porto, ieri, hanno deciso, prudenzialmente, di rimandare il momento di preghiera previsto per la serata. E lo hanno fatto “a causa dei casi conclamati di Coronavirus verificatisi tra i ragazzi che frequentano i muretti attorno alla tenda” – hanno scritto sui social.