Il nuovo decreto che entrerà in vigore lunedì 7 settembre sarà valido fino al 30 settembre. Il nuovo decreto del presidente del consiglio dei ministri (Dpcm) conferma in sostanza le norme che già esistono per ridurre il contagio di Coronavirus. Le mascherine restano obbligatorie nei luoghi chiusi e in ogni caso in cui non sia possibile mantenere il distanziamento, così come resta il divieto di assembramento e l’obbligo di tampone per chi è stato in uno dei Paesi considerati a rischio.
Nel nuovo DPCM c’è un’apertura verso le coppie in cui uno dei due partner risiede al di fuori dell’area Schengen. Con il testo del vecchio Dpcm era impedito ai chi viveva fuori dall’area Schengen «l’ingresso e il transito nel territorio nazionale a meno che non avessero: esigenze lavorative; assoluta urgenza; esigenze di salute; esigenze di studio; rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza». Ora invece sarà possibile entrare in Italia per incontrare «la persona con cui ha una stabile relazione affettiva, anche se non convivente».
A cambiare sono anche le regole per i mezzi pubblici: la capienza infatti è stata portata all’80%, sia per i posti a sedere che per quelli in piedi. Per gli scuolabus invece è possibile anche raggiungere la capienza massima ma ad una condizione, ossia che «la permanenza degli alunni nel mezzo” non sia “superiore ai 15 minuti“». Nessuna apertura invece per discoteche e stadi: dovranno restare chiusi.
Il nuovo DPCM non prevede invece nessun allentamento per il pubblico degli eventi sportivi. “Nello stadio l’assembramento è inevitabile: l’apertura la trovo inopportuna”, ha detto proprio Conte respingendo le richieste avanzate dai club. “Possiamo affrontare con fiducia l’autunno – ha aggiunto però il premier – non saremo più nelle condizioni di disporre un lockdown generalizzato, se le cose andranno male potremo intervenire con misure molto circorscitte sul piano territoriale”.
Confermato anche l’obbligo (fissato dal ministro Speranza il 12 agosto scorso) di sottoporsi a tampone per chi nei 14 giorni precedenti è stato in Croazia, Grecia, Spagna e Malta: si può entrare in Italia solo con un test negativo che abbia meno di 72 ore. Oppure bisogna fare, entro 48 ore dall’arrivo, un tampone in aeroporto, in porto o alla frontiera; la terza possibilità è andare a farlo alla Asl o nei drive-in disponibili sul territorio restando, fino a quel momento, in isolamento fiduciario. Confermata pure l’ordinanza varata subito dopo Ferragosto con la quale il ministro della Salute ha vietato il ballo nei locali pubblici e imposto l’obbligo di mascherina anche all’aperto, nei luoghi della movida dove è più facile che si creino assembramenti, dalle 18 alle 6 del mattino.
Quanto alle partite, l’idea condivisa tra i ministri della Salute di più Paesi Ue è quella di attendere che la curva dei contagi si stabilizzi prima di riaprire gli stadi al pubblico.