Oggi incontriamo Diego Granata, agrigentino, quarantenne, sposato e padre di una bambina di due anni, funzionario di una pubblica amministrazione. Diego è figlio d’arte; da sempre in casa ha respirato l’aria Politica, quella con la P maiuscola grazie al padre, Luigi, certamente fra i più grandi uomini politici che la storia siciliana ricordi. Incuriosita, chiedo:
Cosa ti ha spinto a candidarti?
“Cara Simona, forse è proprio per mia figlia che ho deciso di candidarmi. Infatti, sogno di contribuire alla costruzione di una città migliore in cui i nostri figli possano ritrovarsi senza dover peregrinare per il mondo alla ricerca di un lavoro dignitoso; o che debbano desiderare di vivere altrove per abitare in una città normale. Insomma, se ho deciso di candidarmi è perché ho una certa visione di città e spero di poterla realizzare, indipendentemente dal fatto elettorale”.
La tua mi sembra una candidatura fortemente caratterizzata dal punto di vista politico.
“Lo credo anch’io. Per me la politica è tra le più nobili attività umane e io, oggi, mi trovo ad essere espressione di un gruppo di donne e di uomini che vogliono incidere sulla società agrigentina, coinvolgendo all’interno della vita politica ed amministrativa del Comune il più vasto campo possibile di forze democratiche, progressiste e socialiste. Quello che ci poniamo è una prospettiva di lungo periodo. Noi vogliamo costruire, realizzare, trasformare”.
Com’è maturata la scelta di candidarti con Lillo Firetto?
“Vedi, noi riconosciamo a Lillo innegabili meriti, primo tra tutti il rigore sul bilancio comunale che oggi vede una situazione contabile armonizzata che ci permette di guardare al futuro con maggiore tranquillità, consentendo la programmazione. Bada, Simona, io penso che il sindaco abbia lavorato e non chiacchierato. Voglio citarti ad esempio il fatto che sono in corso di aggiudicazione i bandi per il recupero dell’Ospedale vecchio di via Atenea, che porterà l’Università in centro storico, contribuendo a rianimarlo; e ancora il recupero delle vie Duomo e dei cortili interni compresi tra le vie De Castro e S. Alfonso. Certo, tante cose restano da fare e noi siamo qui, con la nostra autonomia e le nostra determinazione, per fungere da sprone alla prossima amministrazione”.
Veramente credi che riuscirete a cambiare il volto della città?
“Simona, io ho una vita familiare piena, un lavoro estremamente impegnativo, ma, credimi, se abbiamo deciso che fosse giunto il momento di impegnarci direttamente è perché pensiamo che la città si debba e si possa finalmente cambiare”.
Agrigento è una città complessa, grande, e anche povera. Cosa pensi si possa fare?
“Nessuno ha la bacchetta magica, ma credo che, con l’impegno quotidiano e programmando, molti risultati si possano conseguire. Credo sia necessario proseguire nel recupero del centro storico, ponendo l’argomento sui tavoli nazionali e regionali perché arrivino anche le risorse finanziarie del Recovery fund. Il centro storico deve tornare ad essere vivo. Lo dobbiamo rendere attraente, sia perché gli agrigentini tornino ad abitarlo, sia per renderlo appetibile alla fruizione turistica. Il Comune potrebbe proporre quell’iniziativa delle case ad un euro che in altri comuni ha avuto successo, consentendo così a chi non ha interesse al recupero degli immobili di liberarsene, attraendo chi invece l’interesse a farlo lo ha. Ma c’è un discorso più ampio da portare avanti, perché la città è anche e soprattutto i suoi quartieri. Occorre dare a tutti i quartieri la medesima bellezza e vivibilità. Non è possibile che ci siano quartieri interi privi di verde pubblico, non è possibile che non ci sia un adeguato decentramento amministrativo. Allora sarà necessario uno sforzo per migliorare tutti questi aspetti, implementando i servizi comunali, ed anche quello di mobilità urbana. Insomma va ricucita la città”.
Molti si lamentano della raccolta differenziata dei rifiuti.
“Intanto, dobbiamo riconoscere a Firetto il coraggio di aver intrapreso la raccolta differenziata, comunque obbligatoria per legge da tanti anni. Credo che si debba completare questo percorso virtuoso, finendo la mappatura delle utenze, vigilando sul rispetto rigoroso del contratto da parte delle imprese appaltatrici, migliorando i servizi di spazzamento e scerbatura e completando la rete di isole ecologiche. Però, cara Simona, non possiamo fare come gli struzzi, occorrerà occuparsi di chi vive in condizione di miseria e precarietà e che la tassa non può permettersi di pagarla, e per la quale oggi non vi è esenzione alcuna”.
Diego, la città è priva di valide infrastrutture di collegamento e questo è un limite per lo sviluppo economico.
“Vedi, Simona, io condivido in pieno la tua preoccupazione. Non credo che una città come la nostra meriti il trattamento che le viene riservato anche dal concessionario delle strade statali. Non mi sembra legittimo che siamo ancora in attesa del recupero del Ponte Morandi o della galleria Spinasanta, o che quel breve tratto della Agrigento-Palermo tardi ad essere completato. Ed allora occorrono azioni politiche forti. Occorre porre al centro del dibattito politico nazionale la questione della nostra marginalità, del fatto che allo Stato centrale di Agrigento sinora sia importato davvero poco. Credo però che oggi ci possa essere un cambio di passo e penso che sia un segnale di interesse il fatto che il Ministro per il Sud, Peppe Provenzano, venerdì prossimo sarà ad Agrigento”.
Le tue mi sembrano idee ambiziose, da agrigentino, voglio augurarmi che possano fare breccia. Intanto ti faccio un caloroso in bocca al lupo.
“Queste sono solo alcune delle idee che spero di poter contribuire a realizzare, ma non può e non deve essere un libro dei sogni. Io penso che la politica sia l’arte del possibile applicata al reale, dunque i risultati sono spesso il frutto di un lungo, magari oscuro, lavoro di impegno e di mediazione. Ma so anche che, solo in presenza di una visione generale, solo grazie alla capacità di ridiscutere gli stessi modelli sociali, questo grande sforzo collettivo che siamo oggi pronti a profondere potrà finalmente assicurare alla nostra città un nuovo volto.
Intanto, mi auguro che il lupo crepi e ti ringrazio”.
Ideale candidato per un rinnovamento di volti e di pensieri