di Mario Gaziano
“Le vite degli altri” è un film tedesco bellissimo del 2006 , pluripremiato. Vincitore dell’Oscar come miglior film straniero. Regia e sceneggatura di di Florian Henkel von Donnersmarck. Perchè il richiamo? E che c’entra il DPCM dell’11 ottobre 2020.?
Il film è bellissimo e racconta la vicenda di un gruppo di artisti, scrittori, intellettuali tedeschi in una triste e uggiosa Berlino della Germania Est del 1984, sotto dittatura e sotto il controllo asfissiante della STASI (Ministero per la sicurezza di Stato), il servizio di controspionaggio e di controllo della “vita” dei berlinesi dell’Est. Un interferenza insopportabile, immorale e anti sociale nella vita privata dei cittadini. Sotto dittatura.
Dunque il DPCM 11/10/2020 del Presidente Giuseppe Conte. “Si raccomanda insistentemente di evitare incontri in casa con più di sei persone”. Ci saranno “Controlli” e “Informazioni”. Straordinario e sconvolgente.
Fermi i teatri, fermi gli sport di contatto, ferma la vita familiare privata,”LA VITA DEGLI ALTRI”, appunto.
Un’interferenza che devasta il diritto alla libera vita privata in nome di un para-terrorismo di Stato (art.14 della Costituzione: “Il domicilio è inviolabile. Non vi si possono eseguire perquisizioni e ispezioni se non nei casi stabiliti dalla legge”). Una interferenza solo degna del MinCulpop fascista, con i suoi gentarmi con fascia nera al braccio, e con spioni di regime.
Incredibile:nel 2020. Restare di stucco è poco.
Il film racconta di un agente tedesco dell’Est, il capitano della STASI Gerd Wiesler “HGW XX/7° ( un eccezionale Ulkrich Muhe) comandato di “esplorare giorno e notte, con un sistema di microspie” uno scrittore di successo, sospettato di attività antigovernativa della dittatura della Germania Est, cinque anni prima la caduta del muro di Berlino.
Il comandante finisce per aderire moralmente –per sè- alle istanze sociali e umanitarie del gruppo che si muove attorno allo scrittore e sarà la caduta del muro di Berlino nel 1989 a restituire dignità e libertà a tutti i protagonisti.
Non saremo mai a tanto.
Una sorta di strategia del terrore, con i continui e pervicaci allarmismi, è in atto: al momento non ideologico, ma sicuramente di “strategia politica”, per raccogliere consenso e sostegno popolare. “Si raccomanda…” ”Ci saranno informazioni….”:
Si prospetta una nuova generazione di “collaborazionisti”. del tipo di quelli che mandarono al confino o in esilio Pavese de “I dialoghi con Leucò”, Levi di “Cristo si è fermato ad Eboli”, Silone di “Fontamara”? Spero e credo di no, ma la deriva sembra segnata. Un’idea folle, non proponibile.
Bisogna, allora, chiedersi: quale vento soffia nei corridoi del governo italiano?
Tutti con serenità e semplicità annunciano divieti, che sono veri e propri rischi di “diritti offesi”, “diritti conculcati”: i diritti più sacri legati alla libertà personale, della propria persona, della propria famiglia..
Si resta sbigottiti. Si resta preoccupati.
Con la tecnica del garbo e la finezza dei modi si producono vincoli e restrizioni, inaccettabili..
Il modello di una “democrazia oligarchica” dei pochi che comandano e dei molti che subiscono è un storia troppo lontana per essere recuperata oggi, nel terzo millennio, nell’anno del Signore 2020.
Mario Gaziano
Condivido le tue più che fondate perplessità, i tuoi timori sono pure i miei. Ma un’arma da usare con oculatezza l’abbiamo: il voto. A meno che, con la scusa di evitare gli assembramenti, non ci privino anche di quello