I genitori degli alunni della scuole dell’obbligo di Aragona che si sono costituiti in Comitato, stamattina hanno scritto al sindaco, Peppe Pendolino e al Commissario dell’Asp provinciale, Mario Zappia, perché preoccupati della decisione dell’amministrazione comunale di riaprire gli Istituti Scolastici.
“Questa decisione – si legge in una nota – ci sembra alquanto inopportuna, poiché i soli dati “ufficiali” mostrano che nel territorio di Aragona si profila giorno dopo giorno, una situazione epidemiologica non solo preoccupante, ma oseremmo dire anche “bordeline”. Se da un lato il primo cittadino parla di una situazione grave e preoccupante, dall’altro rassicura del fatto che il virus è circoscritto in tre, quattro famiglie. Qual è la verità? Come è possibile che con cinquantotto contagiati che – come scrive lo stesso sindaco sono solo dei dati parziali – il virus sia circoscritto a tre, quattro famiglie? Noi siamo una comunità di circa 9000 abitanti e questi numeri non sono indifferenti. A ciò si aggiunge anche il fatto che si sono riscontrati focolai non solo presso strutture di accoglienza per stranieri, ubicata in pieno centro cittadino, ma anche in una comunità di anziani.
All’interno delle scuole vengono rispettati tutti i protocolli di sicurezza e di questo ringraziamo il dirigente scolastico e tutto il personale docente. Ma il problema non è la scuola, ma la situazione sanitaria preoccupante che si è profilata fuori la scuola, ovvero nella nostra comunità. Abbiamo il dovere di tutelare la salute dei nostri figli e in tal senso avevamo proposto la costituzione di un’unità di crisi composta dai medici di famiglia, biologi e farmacisti del territorio, al fine di avere una più chiara situazione, ma tale proposta non ha avuto ad oggi nessun riscontro. In circa quaranta giorni dall’inizio dell’anno scolastico, la scuola è stata chiusa ben due volte, costringendo i nostri figli ad isolamento domiciliari. Inoltre si sono registrati già ben quattro contagi tra la popolazione scolastica e ciò crediamo sia un dato emblematico. In tale contesto crediamo sia necessario continuare con la didattica a distanza, visto l’imminente approssimarsi del periodo natalizio”.