“Scorciavacche”, eterna incompiuta giudiziaria

Condividi

A rischio prescrizione il processo a carico dei vertici Anas e delle imprese per il crollo del viadotto “Scorciavacche”. Ennesimo rinvio per conflitto di competenza.

Il 4 gennaio del 2015 si diffuse notizia che la Procura della Repubblica di Termini Imerese, competente per territorio, avviò un’inchiesta, ipotizzando il reato di crollo colposo, a seguito del cedimento del viadotto “Scorciavacche 2”, lungo la statale 121 Palermo – Lercara Friddi, inaugurato pochi giorni addietro, il 23 dicembre 2014, e costato 13 milioni di euro. I magistrati palermitani sequestrarono l’area del disastro, e fu affidata una consulenza tecnica ad un pool di periti incaricati ad accertare le cause del cedimento, e quali materiali, e in quante quantità, sono stati utilizzati per la costruzione del ponte. Ebbene, la Procura di Termini Imerese ha sostenuto l’inchiesta e ha chiesto il rinvio a giudizio di 13 imputati tra cui l’ex presidente dell’Anas, Pietro Ciucci, altri dirigenti siciliani dell’Anas e i vertici delle imprese impegnate nella costruzione dell’opera. A vario titolo è contestato il reato di concussione “per – si legge nel capo d’imputazione – avere imposto l’apertura anticipata del viadotto, così ottenendo il raggiungimento di un risultato da sfruttare per mero tornaconto personale, ovvero l’ottenimento dei premi di produzione”. E poi altro reato contestato è l’attentato alla sicurezza dei trasporti, a cui è stato aggiunto il concorso in falso, perché falso sarebbe stato il certificato di agibilità. Il viadotto fu inaugurato alla vigilia di Natale 2014, tre mesi prima del termine indicato nel contratto di appalto. Dopo la frana, il ministro dell’ epoca ai Lavori pubblici, Maurizio Lupi, inviò in Sicilia gli ispettori, che poi, nella relazione, tra l’altro, hanno scritto: “Il terrapieno su cui è stata costruita la rampa è risultato non idoneo all’utilizzo rispetto alle condizioni stratigrafiche, geotecniche e idrauliche del territorio su cui è stato realizzato”. La stessa relazione poi è stata acquisita dalla Procura di Termini Imerese. Ancora ebbene, a sei anni dal crollo del viadotto il processo preliminare, ovvero quello in cui si decide il rinvio a giudizio o il proscioglimento, non è concluso, anzi è rinviato spesso, a rischio della prescrizione dei reati che scatta tra due anni, e adesso ha subito l’ennesimo rinvio perché la giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Palermo, Claudia Rosini, ha rimesso gli atti alla Corte di Cassazione affinché risolva il conflitto di competenze insorto. Il processo è da celebrare a Palermo, Termini Imerese o Roma? Secondo la Procura di Palermo la competenza è del Tribunale di Termini Imerese, e secondo il Tribunale di Termini Imerese la competenza è di Palermo. Invece, i difensori degli imputati sostengono che la competenza sia Roma in quanto sede nazionale dell’Anas. Ancora ebbene, tra passaggi di sezione, riassegnazioni, giudici carichi di lavoro e conflitti di competenza sarà inevitabile il sopraggiungere del termine di prescrizione. Viadotto Scorciavacche: “eterna incompiuta giudiziaria”.

 

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

Notizie correlate

Leave a Comment