L’assessorato regionale alla Famiglia ha assegnato poco più di un milione di euro al Libero consorzio di Agrigento (stessa cifra per gli altri Consorzi) per i servizi di assistenza scolastica destinati ai bambini affetti da disabilità. Qualche politico grida aI grande risultato, sottolineando che arriva a seguito di un suo intervento. Ora i soldi arriveranno alle ex province le quali destineranno i soldi ai Comuni, per poi destinarli alle cooperative, garantendo in tal senso, anche i livelli occupazionali almeno fino alla fine dell’anno scolastico. Un gioco “magico” delle Tre carte. Qualcuno dimentica la protesta dei genitori e dei lavoratori che da decenni, nelle nostre scuole, si occupano dell’assistenza igienico personale agli studenti con gravi disabilità: Qualcuno dimentica che da marzo gli operatori sono a casa senza lavoro e senza stipendio. Qualcuno dimentica che la Regione, dopo decenni, decide di non occuparsi più del servizio e di fatto cancella migliaia di posti di lavoro in Sicilia. Migliaia, i lavoratori coinvolti nella regione, tutti con la professionalità e l’esperienza necessaria per essere punto di riferimento da decenni nelle scuole per i nostri ragazzi con disabilità gravi e gravissime. In una terra che ha fame di lavoro, servizi e diritti, si continuano invece a creare disoccupazione e tagli. Mesi di mobilitazione sul territorio ed a Palermo all’assessorato al lavoro in via Trinacria, e la conferma di una decisione con cui la Regione abbandona il servizio nelle scuole per i nostri ragazzi con handicap, licenziando di fatto migliaia di lavoratori che da quasi 30 anni assicuravano il servizio. Nessuno ha voluto ascoltare le famiglie di questi nostri ragazzi,sarebbe servito a capire meglio le situazioni concrete, l’esigenza di un servizio e di un personale specializzato, capace di creare un rapporto di empatia continuo e necessario, di dare risposte immediate in caso di crisi e tranquillità alle famiglie. Il rischio concretissimo ed immediato è che, in queste condizioni, molte famiglie siano costrette a far abbandonare la scuola ai ragazzi. Il prezzo di questa “operazione” ammonta a 10.000.000 euro. Se i lavoratori fossero stabilizzati,si spenderebbero molti milioni in meno. La stabilizzazione favorirebbe da un lato il miglioramento della qualità dei servizi, dall’altro l’assorbimento di lavoratori precari la cui professionalità, maturata negli anni, risulta ormai essenziale per garantire l’erogazione dei servizi stessi. Per anni ci hanno raccontato che affidare ai privati i servizi pubblici razionalizzava spesa ed efficienza, in realtà si è abbassata la qualità e precarizzato il lavoro.Nel contesto siciliano, la problematica delle esternalizzazioni è stata finora sollevata soprattutto da mobilitazioni sindacali,scesi in piazza per dire basta ai servizi pubblici gestiti da attori privati ed erogati da lavoratori ingaggiati con condizioni e salari ai limiti dello sfruttamento.
Aldo Mucci