“Distorcere la realtà consapevolmente per allontanare l’attenzione dei cittadini da ritardi e insufficienze della macchina organizzativa anti-Covid è un fatto grave. Non è un esercizio che appartiene ai medici di medicina generale”. Replica così il segretario della Fimmg Sicilia Luigi Galvano alle dichiarazioni del presidente della Regione Musumeci rilasciate ieri durante una conferenza stampa: “Dai medici di medicina generale ci aspettiamo molto di più”. E ancora “Finora sono troppo pochi quelli che hanno accettato di somministrare i vaccini anti-Covid”.
“Probabilmente – puntualizza Galvano – il presidente della Regione Musumeci non sa che la medicina generale è stata coinvolta dall’assessorato della Salute con decreto solo il 26 marzo 2021, eludendo palesemente la disponibilità immediata dei medici di famiglia nella campagna vaccinale. Temporeggiando poi ancora nell’inviare la circolare applicativa alle Asp, arrivata alle Aziende solo a fronte di un sollecito della Fimmg attraverso i media. Nonostante la grave estromissione, è stato accolto l’accordo regionale dalla categoria in tutte le sue articolazioni, e le adesioni oggi continuano a crescere nonostante in alcune Asp non se ne tenga conto”.
“Una volta operativi, per i medici ogni giorno è una corsa ad ostacoli”, dice Galvano. Che elenca alcune delle inefficienze del sistema: “Ad oggi i medici continuano a vaccinare i soggetti fragili il più delle volte con le dosi residuali dei grandi centri. Vaccini prenotati anche oltre 48 ore prima e appuntamenti fissati con i pazienti, ma spesso i medici vanno su e giù per le farmacie aziendali, lontane dal loro studio anche 30-40 chilometri, tornando indietro a mani vuote”.
“Un sistema che funziona – rimarca il segretario regionale – consegna vaccini che possono stare in frigo almeno 30 giorni e non quelli che scadono nella migliore delle situazioni dopo solo 5 giorni. Un sistema che funziona stabilisce la consegna delle dosi in via prioritaria ai medici di famiglia e ai centri periferici più prossimi ai cittadini, poi ai grandi hub”.
“Alla disorganizzazione della macchina vaccinale – continua Galvano – ricordiamo il fallimento del tracciamento dei positivi Covid e dei loro contatti stretti che ha determinato la privazione della libertà ben oltre il tempo necessario di soggetti in quarantena e in isolamento, aspettando un provvedimento di liberazione che non arrivava. Negli ultimi 4 mesi (da dicembre 2020), gli stessi medici oggetto delle delazioni del Presidente della Regione, investiti di un ruolo non negoziato, con grande impegno hanno risolto il citato grave problema sociale, istruendo le pratiche di contumacia e rilasciando i relativi provvedimenti di liberazione. La critica ad una categoria sul loro ruolo di soggetti vaccinatori viene smentita dai numeri (messi nelle condizioni si potere operare). Segnalo che da ottobre a dicembre 2020, grazie alla loro capillarità e lavoro, hanno somministrato vaccini contro l’influenza e la polmonite a 1.200.000 siciliani”.
“Piuttosto che attaccare una categoria di professionisti, prima estromessa per non avere accolto immediatamente il contributo importante che avrebbe potuto offrire già dall’insorgenza dell’emergenza sanitaria, e poi parzialmente utilizzata in maniera incomprensibile” la Fimmg invita il presidente Musumeci “ad una azione comune contro la pandemia Covid nell’esclusivo interesse della salute di ogni singolo siciliano”.