Un museo che parte come progetto condiviso, non verrà mai abbandonato dai suoi cittadini. È un dato di fatto che un museo del Terzo Millennio debba avere caratteristiche precise che passano dalla definizione del suo ruolo all’interno della comunità che lo ospita. Fino a quando verrà recepito come un qualcosa di altro, lontano, slegato dalla città o comunque vetusto – senza ruolo, appunto – un museo non entrerà mai nel tessuto connettivo. È dunque con la convinzione che debbano essere prima di tutto gli agrigentini ad essere coinvolti nel restyling integrale del museo archeologico Pietro Griffo, che nasce una sorta di esperimento di co-progettazione museale, unico nel suo genere, una vera e propria consultazione pubblica proprio nel giorno in cui cade l’International Museum Day dell’ICOM (International Council of Museums Italia), dedicato al tema I musei del futuro – Recupera e reinventa. Martedì prossimo (18 maggio) dalle 15,30 in streaming, si discuterà insieme di progetti futuri, ruoli, rapporto con il visitatore, ma anche di allestimenti, abbattimento delle barriere cognitive, storytelling, attrattività, e soprattutto del rapporto con la Valle dei Templi. Il museo fu progettato da Franco Minissi negli anni ’60 e costruito fondendo i nuovi corpi di fabbrica con l’antica struttura del trecentesco convento San Nicola; espone oltre 5000 reperti ordinati cronologicamente sulla storia del territorio agrigentino dalla preistoria alla fine dell’età greco-romana, in gran parte provenienti dalle campagne di scavo soprattutto dal dopoguerra. Un percorso in 17 sale, da ripensare nella sua totalità, che attualmente ha il suo cuore nell’imponente Telamone proveniente dal tempio di Zeus Olimpico.
L’incontro (per partecipare si deve inviare una richiesta a parcodeitempli.uo4@regione.sicilia.it) sarà essenzialmente diviso in due parti: nella prima, dopo l’intervento dell’assessore regionale ai Beni culturali, Alberto Samonà, del direttore del Parco della Valle dei Templi, Roberto Sciarratta e di Adele Maresca, presidente Icom Italia, si aprirà una tavola rotonda tra esperti che affronteranno, ognuno per la propria specificità, le caratteristiche necessarie di un museo 4.0; gli spunti nati da questo confronto, saranno utili per gli stakeholder, che nella seconda parte saranno chiamati a dare il loro contributo. Dopo un’introduzione del responsabile del Museo Griffo, Giuseppe Avenia, parleranno quindi lo storico e museologo ICOM Daniele Lupo Jalla, il direttore generale di CoopCulture, Letizia Casuccio, Mirko Cerami, direttore creativo Ralph Appelbaum associates; l’archeologa ed esperta di comunicazione culturale Elisa Bonacini. Coordina Luca Dal Pozzolo (fondazione Fitzcarraldo). Poi si aprirà il dibattito condotto da Aldo R.D. Accardi, progettista del nuovo Griffo, affiancato da Donatella Mangione, archeologa dello stesso museo. A chiusura sarà disponibile un questionario per raccogliere ulteriori riflessioni sulla ri-definizione della mission del nuovo MARAG.