Morte militare di 43 anni dopo il vaccino: “aveva Covid19 silente” e dunque un’eccessiva barriera immunitaria

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Stefano Paternò non sapeva di avere contratto il Covid19 e ne sarebbe rimasto infetto svariati giorni prima della somministrazione del vaccino AstraZeneca. Senza saperlo, come assicura il Procuratore di Siracusa Sabrina Gambino sulla scorta delle relazione dei periti che hanno eseguito l’autopsia sul militare di 43 anni deceduto il 9 marzo scorso, avrebbe sviluppato una barriera immunitaria.

A quanto pare, prima di farsi inoculare la dose non sarebbe stato sottoposto ad alcun test molecolare, che avrebbe potuto svelare il contagio. “Nelle linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità, recepite dal ministero della salute, non era necessario effettuare prima della vaccinazione uno screening sierologico per rilevare l’eventuale presenza di anticorpi e quindi sapere di avere contratto il virus senza esserne a conoscenza” scrive l’agenzia Ansa. In sostanza, nel periodo in cui Paternò stava per sottoporsi al vaccino, quel protocollo dell’Oms non c’era.

Dunque, Paternò, a sua insaputa, avrebbe sviluppato degli anticorpi, che sarebbero aumentati, in modo abnorme, dopo l’inoculazione del farmaco.  “Questa risposta immunitaria – dice il Procuratore di Siracusa Sabrina Gambino- insieme a quella indotta dal vaccino ha provocato una reazione infiammatoria violenta e abnorme che ha provocato lo stress respiratorio. Paternò, che non sapeva di avere il Covid19, aveva valori tre volte superiori al normale”.

Dalla relazione dei periti, emerge anche che le cause del decesso sono riconducibili “all’arresto irreversibile delle funzioni vitali, consecutivo a sindrome da distress respiratorio acuto”, inoltre “sussiste correlazione eziologica tra il decesso e la somministrazione del vaccino avente codice lotto fiala ABV2856 intervenuta presso l’ospedale militare di Augusta in data 8 marzo 2021”.

Non sono ravvisabili condotte omissive e o commissive in capo al personale sanitario/parasanitario che a vario titolo ha gestito le problematiche inerenti alla vicenda clinica di Paternò”, si legge nella relazione firmata dai quattro consulenti, Giuseppe Ragazzi, Nunziata Barbera, Marco Marietta e Carmelo Iacobello.

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