Da novembre scorso la Regione non paga le imprese edili. I costruttori edili siciliani: “Siamo indebitati e senza liquidità. Licenziamo tutti”.
L’Ance Sicilia, l’associazione che riunisce i costruttori edili siciliani, denuncia: “La Regione siciliana da novembre non paga le imprese edili che, tuttavia, hanno continuato a garantire la prosecuzione dei lavori”. E i costruttori aggiungono: “Ci siamo indebitati, e abbiamo mantenuto i cantieri, in tempo di pandemia, solo grazie a soldi anticipati dalle banche e ricorrendo a tutti gli aiuti statali possibili”. E poi sottolineano: “Adesso, però, non solo non abbiamo più liquidità, né ne riceviamo altra, ma le banche, pressate dalle nuove e più restrittive norme europee, sollecitano il rientro dei crediti temendo che scadano in sofferenza”. E poi i costruttori prospettano: “A questo punto non possiamo che comunicare ai sindacati una decisione dolorosa quanto improcrastinabile: siamo costretti a licenziare tutti i lavoratori, a chiudere le imprese, e alla fine tutti ricorreranno al reddito di cittadinanza”. E il tutto è rilanciato dal presidente dell’Ance Sicilia, Santo Cutrone, che denuncia: “Gli imprenditori sono disperati, indignati, stanchi di non ricevere più alcuna risposta dagli assessorati, nè al telefono, nè alle mail, nè negli uffici, e neppure su una eventuale previsione di pagamento delle somme dovute”. Ecco perché Cutrone, dopo i precedenti a vuoto, ha inviato l’ennesimo sollecito al presidente della Regione, Nello Musumeci, e all’assessore all’Economia, Gaetano Armao. E il presidente Ance Sicilia scrive: “Per inspiegabili ragioni, dallo scorso mese di novembre 100 milioni di euro mancanti sono rimasti sospesi, così come lo sono da gennaio 2021 ad oggi tutte le altre fatture emesse successivamente. Si fanno continui annunci di sblocco di somme attraverso la ri-programmazione di fondi europei o con il superamento dei rilievi della Corte dei Conti. Di recente abbiamo anche letto di disposizioni impartite agli assessorati per pagare le fatture non evase. Ma non succede nulla. Perchè i burocrati non firmano i mandati di pagamento? E’ possibile che dopo un anno e mezzo di crisi, di restrizioni, ci sia qualcuno, solo in Sicilia, che non compie il proprio dovere, scatenando disastri economici nelle imprese, nelle famiglie dei lavoratori, nel mondo dei fornitori e dei professionisti legati alle costruzioni? E’ così che si vuole affrontare e gestire la sfida del ‘Recovery Plan’? Ma cosa deve accadere per redimere chi ancora oggi pensa di potere mantenere atteggiamenti di arrogante indifferenza e insensibilità nei confronti di un popolo che soffre?”
Angelo Ruoppolo (Teleacras)