Sfascia Italia al Comune. Scinta lascia. Il primo caldo colpisce i consiglieri Cantone, Civiltà e Gramaglia. Ormai sono pronti per “Scherzi a Parte”

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Mentre Antonino Costanza Scinta ha presentato le dimissioni da assessore al sindaco Franco Miccichè (che le ha messe in un freezer), i militi noti Cantone, Civiltà e Gramaglia ormai non sanno più cosa vomitare dalle proprie bocche e le dichiarazioni da stamattina sono “in visione” dagli esperti della trasmissione “Scherzi a Parte”.

Procediamo con ordine. Scinta ieri pomeriggio ha consegnato al sindaco una busta contenente le sue dimissioni da assessore ai Lavori Pubblici. L’integerrima persona non ha esitato un solo istante ad uscire da questo gran casino che gli ha organizzato quasi a sua insaputa lo stesso partito che ha abbracciato con tanto entusiasmo. Loro, capi e maestranze, sono ben adusi a praticare spunnapedi ad ogni piè sospinto; lui, Scinta, si è ritrovato in un vortice che lo ha inghiottito mettendoci la faccia in prima persona. E dire che tempo addietro il suo entusiasmo di neo assessore era stato reso un pizzico più amaro perché qualcuno gli aveva detto di stare molto attento con la seguente frase: “Occhio Antonio…”

Lui era venuto in Giunta per lavorare. Adesso ha capito invece che i “lavori comunali” sono ben altri, hanno altra natura e sono lontani anni luce dal suo modo di pensare. Sicuramente un gesto nobile. Ma Civiltà, un pensierino? O è troppo nobile come pensiero?

Ovviamente Forza Italia adesso non può più presentarsi con il piattino per chiedere questa o quell’altra cosa; forse il gioco, non sempre corretto, è diventato più grande degli stessi protagonisti che lo hanno messo in scena. Tre ventriloqui mandati “all’ambascio” in cerca di un casino che in verità si sta rivelando un vero e proprio boomerang.

I tre moschettieri, sotto dettatura ovviamente, si ritengono “perplessi e delusi” dal frastuono accaduto in questi giorni.

Ne hanno commesso ancora una più grossa. Parlano di “non accettare più supinamente e passivamente uno stato di cose che non gli sta bene! Continuano: “Abbiamo toccato un nervo scoperto! Vediamo vassalli, valvassori e deus ex machina!”

Ma quando mai hanno preso da soli una iniziativa che non passa dal pensiero altrui e di qualche altro suggeritore non tanto occulto? Queste sono cose che sanno anche nel Burundi meridionale, e trovano la forza di esternare l’esatto contrario?

La più bella? Testualmente dichiarano: “Abbiamo posto una questione politica!”

Ma cavolo, meno di 24 ore fa avevano detto: “Miccichè? Avremmo dovuto votare un Firetto più gelido…”

E questa sarebbe la questione politica!!!

Ora, “persi pi persi” e certamente spiazzati dai comunicati stampa degli altri partiti che credevano avere i loro stessi toni (ma non è stato così), adottano un’altra strategia: quella del terrore. Chiedono gli accessi agli atti!

Ora ti fazzu vidiri iu…”

E invece no. C’è un altro proverbio che non andrebbe sottovalutato: “Megliu perdiri ca straperdiri…”

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