Il danno arrecato all’Erario, agli utenti, agli enti pubblici e all’ambiente è stato quantificato in una cifra che va dai 30 ai 40 milioni di euro. E’ emerso anche questo dalla conferenza stampa tenuta dal procuratore capo Luigi Patronaggio e dall’aggiunto Salvatore Vella sull’inchiesta incentrata su Girgenti Acque che ha portato all’esecuzione di 8 provvedimenti di fermo.
“La Girgenti Acque è la prima azienda in provincia di Agrigento, sia per fatturato che per numero di dipendenti ed era un’azienda che svolgeva anche le funzioni di stazione appaltante, quindi dava appalti di lavori pubblici senza doversi adeguare alle norme dell’evidenza pubblica, perché questo prevede la legge, utilizzando però fondi pubblici – ha spiegato il procuratore aggiunto Salvatore Vella durante la conferenza stampa – . Girgenti Acque sceglieva quindi a quali ditte far eseguire lavori e servizi, utilizzando le tariffe che pagavano i cittadini e fondi pubblici. Abbiamo accertato che questo sistema consentiva a Marco Campione – ha ricostruito il procuratore aggiunto Vella – di dragare liquidità della Girgenti Acque a favore delle sue aziende. Dal 2013 al 2017, circa 40 milioni di euro sono transitati dalla Girgenti Acque e Hydortecne a società del gruppo Campione. Non si tratta però di un gruppo costituito, perché è venuto fuori che il ‘dominus’ indiscusso era Marco Campione. Nella maggior parte di queste società, Campione non aveva nessun ruolo di amministratore, ma soltanto di socio. L’indagato ha creato una fitta rete di complicità illecite, stringendo legami anche con politici nazionali, con amministratori pubblici, con uomini delle istituzioni che si sono tutti adoperati per garantire a Marco Campione e al suo gruppo un’ampia tutela e – ha proseguito il procuratore aggiunto Salvatore Vella – per agevolare i suoi molteplici interessi economici, ottenendo in cambio utilità economiche e favoritismi di natura clientelare”. Vella ha parlato esplicitamente di “colletti bianchi”.
“Marco Campione è diventato presidente del Cda di Girgenti Acque nel 2010 e fa il colpo di Stato (diventa socio maggioritario) nel 2012, cioè – ha spiegato Vella – acquista la maggioranza della Girgenti Acque, acquistando quote di una società campana che fino a quel momento era dentro Girgenti Acque. Campione cessa dalla sua carica nel novembre del 2018 dopo l’interdittiva antimafia del prefetto Dario Caputo. Ha gestito la Girgenti Acque come se fosse esclusivamente sua, con la finalità – sottolinea il procuratore aggiunto – di portare via liquidità dalle casse della società alle sue aziende. Crea dunque la Hydortecne, nonostante il parere contrario dell’allora amministratore delegato Carmelo Salamone, che è stata una delle pochissime voci discordanti a questo impero Campione. Costruisce i Cda delle due società con uomini di sua stretta fiducia – spiega, ancora, Vella -, tutti ‘colletti bianchi’. Sceglie la società di revisione dei bilanci, che è una delle 4 società più importanti al mondo. Assume centinaia di dipendenti, oltre i limiti che gli consentiva la convenzione e destina questi soggetti quasi esclusivamente all’area amministrativa. Tutti negli uffici, nonostante Girgenti Acque sia uno strumento operativo che si occupa di acqua, di depurazione, di sistemazione delle strade dopo gli scavi. E tutto questo con una finalità importante perché i lavori tecnici li facevano le aziende del gruppo Campione che venivano appunto pagate per fare gli interventi. Alla Girgenti Acque impone di non fare magazzino – conclude il procuratore aggiunto Vella – . Quindi se serviva un tubo, un raccordo si andava in via Imera per comprare quello che serviva”.