Non è la prima volta che nella nostra provincia, quella che doveva essere la gestione di un servizio a partecipazione pubblico/privato si conclude con un fallimento.
Prima l’Agenzia Siciliana per l’Informatica che gestiva il servizio informatico della ex Provincia Regionale di Agrigento, successivamente la Società Terme di Sciacca S.P.A. , adesso Girgenti Acque, tutte accomunate da una cattiva gestione.
Adesso si corre il rischio del “Poker”, la Consortile che dovrebbe nascere per impedire che la provincia resti assetata, pare non abbia un piano industriale, i mezzi e la struttura per garantire continuità e migliorie al servizio idrico.
Il personale della ex Girgenti Acque seppur con alta specializzazione, da solo potrebbe non bastare, serve una struttura, servono mezzi ed una “Mission” che ancora non è chiara ai cittadini.
L’atto notarile che costituirà la Consortile è una semplice azione amministrativa che rischia di arenarsi ancor prima di partire.
Riteniamo che già ci sia parecchia confusione e sopratutto un conflitto di interessi tra la Gestione commissariale e la curatela fallimentare che per legge dovrà perseguire il compito di soddisfare i creditori e procedere alla liquidazione del patrimonio.
Se a questo, nei prossimi giorni, si aggiungerà il consiglio di amministrazione della consortile, ci troveremo con tre soggetti con obiettivi e finalità diverse che potrebbero trovare difficoltà nelle relazioni.
Riteniamo che oltre alla responsabilità servano competenze manageriali, conoscenza del settore e sopratutto nuovi capitali che possano riavviare la complessa gestione del servizio idrico integrato.
Diversamente saremo costretti a vivere una lunga stagione di “siccità”.
Lo dichiara Maurizio Saia, comitato Italia Viva Agrigento Oltre.