“Questa assenza arbitraria è iniziata oggi perché ormai siamo completamente alla esasperazione. Adesso basta, siamo stanchi; questa storia dura da mesi ed è arrivato il momento di dire basta. Noi non faremo un passo indietro. Le ditte e il Comune la devono smettere. Siamo stanchi!!!”
Canicattì, 9 agosto 2021. Con queste dichiarazioni di un operatore ecologico del gruppo Rti che ha l’appalto per la raccolta dei rifiuti a Canicattì, cerca di mettere la parola fine ad una situazione che prestissimo diventerà incandescente, come attualmente è a Favara e come possibilmente sarà in altri Comuni serviti dal gruppo Rti.
L’ombelico del mondo, come è noto, sono gli stipendi, sacrosanti. A Canicattì gli operatori ecologici non vogliono assistere al balletto accaduto a Favara nei mesi scorsi quando Comune e Rti- Iseda capofila, si sono passati la palla per, alla fine, concludere poco o nulla.
I Comuni cambiano, ma le ditte interessate sono sempre le stesse: il raggruppamento di imprese, l’Rti, si ritrova ancora una volta al centro delle attenzioni per il mancato pagamento degli stipendi ai lavoratori. Un motivo ci dovrà pur esserci!
Inutile sottolineare ed assistere al solito balletto di competenze: tu non mi paghi e io non ti pago, questo lo sappiamo già. Ma sta di fatto che ancora una volta gli operatori ecologici della Rti – capofila Sea – sono in serie difficoltà, indipendentemente dal fatto che operino a Favara o a Canicattì; anzi, c’è il rischio che le astensioni arbitrarie degli operatori ecologici possano avvenire anche in altri Comuni.
E allora, diciamolo chiaramente: qualcosa non va, non funziona, non regge in piedi. A Canicattì la situazione è pesantissima. Di fatto la Rti – capofila Sea – ha subito penalità nel corso di questi anni per un totale complessivo di oltre 1 milione e 200 mila euro. Il tutto perché ovviamente i lavori effettuati hanno mostrato carenze in lungo ed in largo.
Un milione e 200 mila euro di multe, operate da parte del Comune alla Rti non sono poche cose. Evidentemente il raggruppamento di imprese non è nelle condizioni di svolgere il servizio di raccolta per come dovrebbe.
Il Comune, dunque, trattiene i soldi delle penalità. Le ditte dicono: “Tu non mi dai i soldi e io non pago gli stipendi”. Se tutto ciò, gentili lettori, vi sembra corretto. Ed ecco, quindi, l’attacco degli operatori che come unica arma hanno l’assenza arbitraria che crea non pochi problemi alla collettività canicattinese.
Si spera che nella città dell’uva non si superi il limite per come è stato a Favara. Problemi di ogni genere, soprattutto per la salute pubblica, non giovano a nessuno, anche se, a dire il vero, la pervicacia della Rti e la conseguente assenza arbitraria degli operatori di Favara è stata consentita grazie anche ad un “morbido” interessamento da parte degli organi preposti che avrebbero dovuto prendere con più forte considerazione la situazione venutasi a creare. L’articolo 191 imposto dalla allora sindaca Anna Alba e il grido d’allarme lanciato dall’Asp di Agrigento hanno appena solleticato Rti ed operatori ecologici.
Così non va. Lo ribadiamo ancora una volta: se le ditte non sono capaci di affrontare il servizio a loro affidato dietro milioni e milioni di euro, devono mettersi da parte.
Non è possibile che ogni volta a pagare debba essere la comunità.