Scene di ordinaria follia al Pronto Soccorso di Agrigento, ospedale che ci ha tristemente abituato a scenari che nulla hanno a che vedere con l’umanità, il senso civico, il coraggio di quel personale, nettamente sott’organico che diventa bersaglio di rabbia incontrollata e comprensibile esasperazione che in questo caldo estivo ha effetti devastanti.
Ad affermarlo è il vicepresidente della Commissione sanità all’Ars Carmelo Pullara che questa mattina si è recato al reparto di Pronto Soccorso del San Giovanni di Dio per constatare di persona quanto sta accadendo in queste ore.
Stamattina – riferisce Pullara – era prevista l’analisi sull’ospedale San Giacomo d’Altopasso di Licata, a cui doveva presenziare tra gli altri il commissario straordinario dell’Asp Mario Zappia, che non si è presentato. Essendo saltato questo appuntamento, inutile andare avanti senza il vertice dell’Asp, ho deciso di verificare di persona lo stato dell’arte del pronto soccorso dell’Ospedale di Agrigento, dove visto che Licata non è prioritario, si riversano anche molti utenti licatesi. Nel nosocomio agrigentino, ci sono in totale 60 pazienti, di cui circa 20 in astanteria, assistiti da un medico che copre il turno di mattina e di pomeriggio insieme a due infermieri e due oss. La notte nessun medico è di turno.
Al pronto soccorso nella mattina di oggi 11 agosto, per circa 60 pazienti in attesa, ci sono due soli medici, due infermieri e due ausiliari. Questi la notte badano anche ai 20 pazienti dell’astanteria. Problemi anche al pretriage dove c’è un solo infermiere, lo stesso che esegue tampone e valutazione. Inoltre ci sono 5 pazienti in isolamento assistiti da due infermieri e un solo oss.
Ad oggi l’unica Tac funzionante è la stessa che serve pazienti Covid e non Covid con rallentamento notevole perchè tra un ingresso e l’altro occorre la sanificazione. La tac dedicata ai pazienti non covid è ancora guasta. Criticità – aggiunge Pullara – anche per la Chirurgia vascolare che risulta chiusa. C’è solo un servizio poliambulatorio e i pazienti vengono poi trasferiti in altri reparti o presidi. Chiuso anche il reparto di Medicina, attivo solo il reparto covid. Tutto questo avviene in un pronto soccorso che nel solo anno in corso ha gestito ben 26mila e 500 accessi.
Durante il sopralluogo al San Giovanni di Dio il parlamentare regionale ha ascoltato le lamentele della gente.
Mi hanno riferito – conclude Pullara – che un codice giallo, ha dovuto aspettare su una sedia che si liberasse un letto per 30 ore, mentre un codice verde è in pronto soccorso da sabato. Inoltre, questa è una situazione da terzo mondo, mancano i bagni, lenzuola monouso e normali, guanti e disinfettante. Per tutti i pazienti del reparto di pronto soccorso sono disponibili solo tre monitor e le barelle presenti sono acconciate alla meglio con garze e nastri adesivi di fortuna. Un’immagine desolante anche per tutti quei turisti che sono in vacanza in Sicilia e che vedono uno scenario bellico, tutto questo nonostante l’encomiabile lavoro di tutto il personale che non finiremo mai di ringraziare”.