Innanzi alla Corte d’Appello di Catania, al processo di secondo grado a carico dell’ex presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo, imputato di concorso esterno alla mafia e corruzione elettorale, ha concluso l’arringa difensiva l’avvocato Maria Licata, che ha ribadito la richiesta di assoluzione di Lombardo “perché il fatto non sussiste”. Lo scorso 2 febbraio, a conclusione della requisitoria, la Procura generale, tramite Sabrina Gambino e Agata Santonocito, ha chiesto la condanna dell’imputato a 7 anni e 4 mesi di reclusione, a fronte di 11 anni che sarebbero stati richiesti se il processo non si fosse svolto in abbreviato. Raffaele Lombardo ha reso dichiarazioni spontanee in aula. Le sue parole in sintesi: “Non ho mai chiesto il voto ai boss. E non lo dico io, ma lo dicono loro. Ed è tutto agli atti del processo. Senza tema di smentita, dico che non c’è mai stato un patto, non c’è mai stato un voto, non c’è mai stata nessuna contropartita con Cosa Nostra”.
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