Il Cartello sociale agrigentino in affanno tra un’emergenza e l’altra, tra peccati in pensieri, parole, opere e omissioni. Contento Draghi, contenti tutti.
Mario Draghi ha appena annunciato in conferenza natalizia che tutti gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza finora prefissati sono stati raggiunti. Ai cittadini di Agrigento e provincia tale risultato non è pervenuto, non li ha nemmeno sfiorati. Il Cartello sociale composto dall’Ufficio di Pastorale Sociale e del Lavoro dell’Arcidiocesi di Agrigento, diretto da don Mario Sorce, e da Cgil, Cisl e Uil, si arrampica tra le emergenze strade, rifiuti, lavoro e adesso anche idrica. In riferimento alle strade basterebbe che Mario Draghi visitasse la strada tra l’ospedale e la zona industriale di Agrigento per le cui condizioni di pericolo mortale non si comprende ancora perché la Procura della Repubblica di Agrigento non sia intervenuta per sequestrare la carreggiata e ordinare il ripristino sicurezza ai signori amministratori locali dei Comuni soprattutto di Aragona e di Favara.
Sì perché menti raffinatissime dell’urbanistica hanno disegnato tale meno di mezzo chilometro di strada che appartiene un tratto ad Aragona e un altro a Favara. Gli amministratori locali di tal Comuni non sono a conoscenza, o fingono di non essere a conoscenza, che se un’altra Chiara La Mendola (pace e gloria all’anima sua), ad esempio uno dei tanti studenti sulle due ruote che raggiungono una scuola nella zona industriale, incappano in una delle decine di buche mortali e muoiono, loro, gli amministratori, sono responsabili penalmente e civilmente, e saranno condannati in nome del popolo italiano sia in primo che in secondo grado, come lo sono stati alcuni amministratori comunali di Agrigento per la morte di Chiara La Mendola.
Nonostante tanti appelli della stampa e dei cittadini, ciò non interessa ai sindaci, e loro non sono nemmeno interessati al progetto esecutivo gratis che i costruttori edili di Carmelo Salamone hanno offerto per recuperare il tratto di strada. Il procuratore Patronaggio ha sequestrato una parte della Scala dei Turchi perché il costone di marna è a rischio crollo a danno della pubblica incolumità. Nel frattempo però incombe un rischio morte in un tratto di strada così trafficato. Patronaggio: forza! No: “tutti gli obiettivi finora prefissati del Piano nazionale di ripresa e resilienza sono stati raggiunti”.
In riferimento all’emergenza idrica il Cartello sociale si è recato in Prefettura, e ha pianto sul tavolo del prefetto Maria Rita Cocciufa. La gestione pubblica del servizio idrico è a corto di soldi. Già l’estate scorsa il commissario Gervasio Venuti, subentrato a Marco Campione, ha denunciato l’imminente collasso finanziario e, di conseguenza, anche del servizio, non solo la distribuzione ma anche la manutenzione della rete e il pagamento del personale. La Regione ha prestato 10 milioni di euro per svezzare l’Aica, l’Azienda idrica del Comuni agrigentini, strapparla dalle mammelle e consentirle di camminare da sola. Invece ancora nulla di positivo si profila all’orizzonte. E il presidente dell’Assemblea territoriale idrica, il sindaco di Grotte, Alfonso Provvidenza, si affida alla divina provvidenza manzoniana e si rammarica così: “Come ogni azienda appena nata, anche l’Aica soffre della difficoltà per la mancanza di liquidità.
Per tale ragione si era chiesto alla Regione l’anticipo, attraverso i Comuni, di 10 milioni di euro che avrebbe consentito di avviare l’azienda senza andare sin da subito in sofferenza, e avere la possibilità di effettuare interventi urgenti e indifferibili. Purtroppo, solo due Comuni hanno ricevuto tali risorse e solo 10 hanno avuto approvata la richiesta dai propri Consigli comunali. Ci chiediamo quali siano le reali intenzioni di tutti gli altri sindaci che ad oggi non hanno provveduto a depositare una proposta di delibera in Consiglio comunale, e per tale ragione è stata sollecitata la Prefettura a convocare un tavolo alla loro presenza”.
Nel frattempo il Cartello sociale ha annunciato che, in mancanza di soluzioni, sarà organizzata una manifestazione pubblica, con il seguente programma: ci si raduna, si sollevano al vento le bandiere di Cgil, Cisl e Uil, ci si intrattiene per una o due ore, una delegazione incontra il Prefetto e ripete le stesse doglianze, dopodiché ci si saluta. Ed è tutto come prima, e così sempre sarà. In conclusione: nel 2008 il presidente della Regione, Lombardo, annunciò il finanziamento di più o meno 50 milioni di euro per il recupero della rete idrica agrigentina. Il sindaco Zambuto si fidò, e lo accolse al Municipio con tanto entusiasmo tanto da proporre per lui la cittadinanza onoraria. Adesso, a dicembre 2021, il presidente della Regione, Musumeci, ha appena annunciato il finanziamento di più o meno 50 milioni di euro per il recupero della rete idrica agrigentina. E il sindaco Miccichè, fidandosi, ha commentato entusiasta. Bene così. Avanti popolo, alla riscossa. Chiu pilu pi tutti.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)