“L’aumento dell’indennità dei sindaci previsto dalla Finanziaria varata dal Governo Draghi non riguarda gli amministratori della Sicilia”.
Lo fa notare Leoluca Orlando, presidente dell’ANCI Sicilia, in una nota inviata all’assessore regionale delle Autonomie locali, Marco Zambuto, e a Stefano Pellegrino, presidente della Commissione Affari istituzionali dell’ARS.
“Come è noto, – scrive Orlando – l’articolo 1 della legge 30 dicembre 2021, n. 234 (legge di bilancio 2022) prevede, al comma 583, un incremento delle indennità di funzione dei sindaci dei comuni delle Regioni a statuto ordinario parametrata al trattamento economico complessivo dei Presidenti delle Regioni e sulla base della popolazione residente risultante dall’ultimo censimento. Anche le indennità di funzione di Vicesindaci, Assessori e Presidenti dei Consigli comunali sono adeguate alle indennità di funzione dei corrispondenti Sindaci con l’applicazione delle percentuali previste per le medesime finalità dal regolamento di cui al decreto del Ministro dell’interno 4 aprile 2000, n. 119”.
“Tale disposizione – conclude il presidente dell’Associazione dei comuni siciliani- esclude i Comuni delle Regioni a statuto speciale e, quindi, gli amministratori degli Enti della Regione Siciliana, anche dal riparto delle risorse previste per la copertura del maggior onere sostenuto dai comuni per la corresponsione dell’incremento delle indennità. Per tali finalità, infatti, la norma nazionale ha stanziato un importo di 100 milioni di euro per l’anno 2022, 150 milioni di euro per l’anno 2023 e 220 milioni di euro a decorrere dall’anno 2024. Per evitare che si continui a realizzare una ingiustificata discriminazione a danno dei comuni siciliani e al fine di consentire l’applicazione della norma anche nell’Isola, si chiede di recepire quanto previsto dalla norma nazionale equiparando il trattamento economico degli amministratori siciliani a quello previsto nel resto del Paese”.