Dal piano di spesa dei fondi del Pnrr per la Sanità in Sicilia deriverebbero almeno 9mila assunzioni, soprattutto dei precari assunti durante l’emergenza covid. I dettagli.
Sul tavolo del dibattito politico in Sicilia al momento vi è solo un piatto, o quasi. Si tratta del come spendere i 797 milioni di euro di fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza attesi in Sicilia per interventi nella Sanità. E se ne discuterà ancora, e parecchio, fino al prossimo 28 febbraio, quando scade il termine entro cui spedire il piano di spesa a Roma. L’assessore regionale alla Sanità, Ruggero Razza, ha già redatto e diffuso una proposta di piano di spesa. E adesso è attesa la tanto reclamata quanto assicurata concertazione con le forze politiche e sociali, medici e sindaci. La posta in palio è rilevante. E sarebbe più appetibile anche in ragione delle prossime elezioni Regionali in autunno, soprattutto perché nel cantiere del piano di spesa vi sarebbero almeno 9mila assunzioni tra medici, infermieri e amministrativi. E poi, a margine, i precari attendono la tanto agognata stabilizzazione.
I nuovi posti di lavoro sarebbero necessari perché il piano di spesa tracciato dall’assessore Razza disegna l’insediamento di 146 Case di comunità e 39 Ospedali di comunità. E pertanto, come già rilevato dai sindacati del settore, non sarà possibile insediare alcunché se non si provvede alle assunzioni, a fronte peraltro delle gravi carenze di organico che già attanagliano il sistema sanitario regionale. E i sindacalisti al vertice regionale della Cgil Funzione pubblica, Lucchesi e Agliozzo, spiegano meglio: “Le nuove strutture attualmente sono scatole vuote. C’è dunque la necessità di ridefinire gli organici con nuove assunzioni affinché possano funzionare”. Di tutto ciò non sarebbe a conoscenza la Commissione Sanità all’Assemblea Regionale.
E la presidente, Margherita La Rocca Ruvolo, conferma: “Al momento noi non sappiamo se siano arrivate indicazioni. In ogni caso, a oggi non sono state condivise con questa Commissione”. Tuttavia le indiscrezioni circolano, e l’ipotesi più accreditata è l’assunzione di tutti i precari già assunti con contratto a tempo determinato nel corso della pandemia. Si tratta di un esercito di circa 8mila persone in bilico, impiegate nelle Usca, i reparti, i laboratori e le Aziende sanitarie. Ecco perché si riterrebbe naturale che adesso tali precari siano stabilizzati nei posti degli Ospedali e delle Case di comunità. Nel frattempo i contratti dei precari covid in Sicilia sono prorogati, a firma dell’assessore Razza, fino al prossimo 31 marzo, ovvero fino alla scadenza prevista, a meno di imprevisti, dello stato di emergenza sanitaria in Italia. Inoltre una direttiva, a firma anche del dirigente generale all’assessorato, Mario La Rocca, ed inviata alle Aziende sanitarie dell’isola, prevede che i contratti a tempo determinato dei precari non covid siano rinnovati fino al prossimo 31 dicembre.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)
VERGOGNA I PRECARI COVID A CASA E I PRECARI NON COVID RESTANO AL LAVORO .
NOI COVID ABBIAMO RISCHIATO LA VITA.
LA CARENZA DI PERSONALE C’È IN TUTTI I NASOCOMI SICILIANI, PERCHÉ NON ASSUMERE TUTTI.
SIAMO RAPPRESENTATI MA DA CHI ? SIAMO NUMERI MESSI IN GUERRA. LO STATO SI DIMENTICA DI NOI